La vittoria di Bersani mi fa pensare alla mia breve esperienza nella politica attiva. Negli anni Novanta, quando sono stata eletta, alla circoscrizione 10 di Torino, nelle liste di quello che sarebbe diventato il Pd, avevo scoperto da pochi mesi di essere una sclerotica. Mio padre mi aveva convinto a candidarmi anche per superare quel mio particolare momento. Ha avuto ragione! E’ stata un’esperienza interessante e costruttiva, anche se ha conosciuto i suoi risvolti deludenti. Ho capito a mie spese, cosa significasse il termine (allora ancora molto in voga), noto come Disciplina di partito. Io l’ho subito tradotto con “scarsa democrazia” e poco spazio per le idee del singolo e gli apporti personali alle discussioni. Per riuscire ad esprimere le mie convinzioni ecologiste, sono dovuta uscire dal gruppo dei Ds per confluire nei Verdi. Una parabola della storia recente della sinistra? Ora dopo l’esperienza politica e sclerotica, mi sento di dire che il nuovo leader potrà risultare credibile ed efficace. solo se cercherà di considerare invece tutte le istanze sociali e i suggerimenti, presentati anche da soggetti, recalcitranti a qualunque forma di riedizione della vecchia disciplina di partito. Consigli che potranno venire sopratutto da chi vive il disagio. Un paese vivibile dalle persone che lottano ogni giorno per riuscire a fare le cose minime è sicuramente il più adatto anche al resto della popolazione. Noi disabili e sclerotici siamo saggi, le primarie non ci sono state concesse: ha deciso tutto la malattia, ma alla sua politica di sottomissione e sofferenza, non accettiamo di piegarci.
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