Welfare

“Noi maiali terroni? Venite a vedere gli sbarchi con i vostri occhi”

Intervista a Luigi Ammatuna, sindaco di Pozzallo, da mesi primo approdo di migliaia di disperati in fuga da guerre e persecuzioni. Pochi giorni fa ha ricevuto insulti e minacce via lettera (non firmata): "Accogliere è un dovere. Che paghiamo anche con un crollo del turismo per le false invasioni raccontate dai media"

di Daniele Biella

“Ho visto un servizio del Tg5, c’era la mia foto con a fianco immagini di repertorio di migranti, tra l’altro riguardanti Lampedusa e non la mia Pozzallo. Ma vi rendete conto di che danno di immagine sta subendo la città? Fioccano le chiamate di disdetta degli hotel, ma si tratta di un allarme sociale ingiustificato: chi sbarca viene ospitato nel centro apposito, poi entro 48 ore parte per un’altra destinazione, nelle vie cittadine non ci mette nemmeno piede”. Luigi Ammatuna, dal 2012 sindaco della località costiera del ragusano da mesi al centro delle cronache per essere uno dei principali punti in cui le navi dell’operazione governativa Mare nostrum porta i migranti dopo averli recuperati in mare aperto, non voleva arrivare a uno sfogo di questo genere. Ma oramai la disperazione è tanta, per uno come lui che sta facendo dell’accoglienza a chi viene dal mare una bandiera della sua amministrazione: erano centinaia, poche sere fa, i concittadini che l’hanno affiancato nella fiaccolata in memoria delle 45 vittime della strage del 1 luglio 2014, proprio al largo di Pozzallo.

Sindaco, l’ultima novità per lei è la lettera ricevuta da un abitante del nord Italia che, tra le varie cose, l’accusava di fare i soldi con l’accoglienza per poi dirottare tutti i profughi verso i Comuni ‘padani’…
L’autore della lettera non si è neanche firmato, altrimenti gli avrei risposto. Con estrema cortesia, non vomitando addosso insulti come ha fatto lui, tra i quali l’appellativo ‘maiali terroni’ e l’augurio che io muoia di cancro erano solo due dei più lievi. Il fatto è che io sono del tutto favorevole a Mare nostrum, perché la ritengo un’operazione nobile che riduce al minimo sicuri spargimenti di sangue, e non per tornaconto per Pozzallo, anzi: siamo ai minimi storici delle richieste turistiche proprio a causa delle notizie false e superficiali che vengono date su quello che accade da queste parti.

Cosa accade da quelle parti?
Sono due giorni che non arrivano migranti, dopo le migliaia degli ultimi mesi. Gli ultimi due arrivi sono stati una barca di 60 persone che ha eluso i radar di Mare nostrum e altre 104 portate sull’isola da un mercantile. Nazionalità varie: Eritrea, Ghana, Egitto, e naturalmente Siria. Ora al Cpsa, centro di primo soccorso e accoglienza, sono ospitate 380 persone, pur essendo la capienza regolamentare limitata a 180 posti. Ma ce la si fa, con grande impegno di tutti. In tempi peggiori si è arrivati a contenerne 700. Tutti rimangono nel centro un massimo di 48 ore, perché dopo l’identificazione vengono inviati con voli charter in varie destinazioni nelle regioni di tutta Italia.

I siriani in fuga però preferiscono arrivare al Nord Italia con il treno, come mai?
Perché non vogliono l’identificazione in Italia e quindi preferiscono un mezzo di trasporto dove non vengono chiesti i documenti per viaggiare: a causa del regolamento Dublino III in vigore, sarebbero costretti a chiedere asilo politico qui da noi, ma la loro meta è altrove: da parenti o amici, oppure in luoghi in cui sanno esserci più opportunità di inserimento sociale e lavorativo. Per la stragrande maggioranza dei migranti, almeno il 90 per cento, l’Italia non è il luogo in cui si desidera stare. Lo so per certo, perché ogni giorno vado al Cpsa a dare una mano e parlo con molti di loro, e tutti hanno già una meta stabilita al loro arrivo.

Come vive la situazione attuale la popolazione di Pozzallo?
Con apprensione a livello economico per la questione turistica, ma con grande dimostrazione di altruismo appena ce n’è occasione. Ho ancora negli occhi l’immagine di alcuni mesi fa, quando i migranti in quel momento sull’isola giravano per la città senza meta e senza sapere niente del loro futuro: in questo situazione estrema i cittadini non hanno protestato e, per quanto possibile, si sono messi a disposizione. Ora apprendono degli sbarchi dalla televisione, dato che il Cpsa è al porto, a due chilometri dalla città, dove nessun migrante si reca dato anche il periodo breve di permanenza nel centro.

Lo scorso aprile aveva inviato una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi invitandolo a venire a vedere con i propri occhi quanto accadeva. Le ha risposto?
No, siamo ancora in attesa della sua visita. Un mese fa è passato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che era già in Sicilia per altri impegni, e a lui ho descritto la situazione, chiedendo per Pozzallo una compensazione economica per il tracollo del turismo a causa dei falsi allarmi. Ma finora non ho avuto alcun riscontro, e sono molto deluso, soprattutto per il fatto che all’indomani della strage di pochi giorni fa non ho ricevuto alcuna chiamata, nemmeno per dimostrare solidarietà alla comunità. Mi sarei aspettato tutt’altro tipo di segnale.

Cosa dovrebbe cambiare nel futuro immediato?
La stessa efficienza di Mare nostrum dovrebbe essere garantita anche a terra, non solo in mare. Ovvero non bisogna lasciare soli a sé stessi i migranti, e naturalmente questo impegno non è solo italiano ma innanzitutto europeo. Il punto di partenza, comunque, rimane chiaro: accogliere prima di tutto. Lo dico soprattutto a chi fa propaganda xenofoba: venite con i vostri occhi a vedere sbarcare le persone che attraversano il Mediterraneo. Pochi giorni fa in una radio nazionale mi hanno intervistato assieme al segretario della Lega nord Matteo Salvini: gli ho chiesto se abbia mai assistito a uno sbarco. Non ha risposto. Eppure dal vivo è tutto diverso da quello che si vede in televisione: guardi negli occhi le persone, loro ti guardano. Sono famiglie, mamme con bimbi, giovani, minori non accompagnati anche di 10 anni che i genitori mandano allo sbaraglio nella speranza di un futuro migliore, arrivano tutti scalzi, scottati dal sole, assiderati. Come fai a dire loro “tornatevene indietro”? 

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