Vidas è un’organizzazione non lucrativa che si occupa di assistenza a malati terminali. Partiva in qualche modo “svantaggiata” sul web sia per il tipo di argomento affrontato, sia per la problematica della riservatezza del lavoro con i pazienti. Il fulcro dell’opera di Vidas poteva sembrare a prima vista “incomunicabile”. E invece, da un anno ha iniziato a pianificare una nuova strategia di presenza social e da sei mesi ha aperto un frequentatissimo blog collettivo. Ho intervistato Roberta Tocchio (@Roby_BB), web e social strategist di Vidas per farci raccontare quali sono stati i passi compiuti dalla sua associazione per arrivare a questo bel traguardo.
Ciao Roberta, raccontaci prima di tutto cos’è Vidas?
Vidas è un’associazione fondata da Giovanna Cavazzoni che si occupa di assistenza completa e gratuita a malati terminali, prima solo a domicilio, dal 2006 anche in un hospice.
Di cosa ti occupi all’interno di Vidas?
Io mi occupo di tutto quello che è il web: sia aggiornando i social network, sia contattando la stampa online, sviluppando una rete di blog da contattare per promuovere le nostre attività. Un anno e mezzo fa non esisteva nessun account di Vidas sui canali social. Abbiamo iniziato a pianificare una strategia di presenza sui social network perché la rete offre la possibilità di farsi conoscere in tutta italia.
Da cosa hai cominciato?
Dalla formazione. Prima di lavorare con Vidas non mi ero occupata in modo specifico di social network, quindi ho cercato di seguire una formazione specifica, prima sugli assi del social networking come infarinatura, poi con un corso di Ong 2.0. Nel frattempo abbiamo cercato di sviluppare una strategia con la responsabile della comunicazione cercando di capire cosa poteva essere utile a Vidas e cosa poteva essere meno dannoso per una tematica delicata come quella che trattiamo noi. Buttarsi su Facebook senza un’accurata riflessione su come gestire l’account era rischioso. Quindi abbiamo iniziato dal sito, sistemando il Seo [search engine optimization] e contattando consulenti in questo campo anche per costruire il blog.
Qual è stato il primo canale social aperto da Vidas?
Abbiamo aperto Twitter prima di tutto, poi Facebook, poi il blog e nel frattempo anche canale di Youtube, un profilo su Flickr e su Pinterest. Stiamo valutando Instagram, anche se vogliamo capire possiamo sfruttarlo. Riteniamo che buttarsi su tutti i Social che esisono non ci sia utile.
Avete notato un aumento dei beneficiari del vostro servizio o dei volontari di Vidas da quando avete messo in piedi questa strategia?
E’ difficile valutare se arrivano tramite social, ma di solito chi ha bisogno di aiuto va su Google per cercare associazioni che forniscono assistenza. Infatti la strategia di Seo ci ha aiutato molto in questo campo. Ci raggiungono persone da tutta Italia che cerchiamo di aiutare fornendo indicazioni utili. Aiutare chi chiede informazioni, anche se non strettamente correlate alla mission dell’organizzazione, ma in qualche modo vicine, è un valore aggiunto che porta vantaggio, lascia il segno nelle persone che interagiscono con te.
Passiamo al blog, “Noi di Vidas”, che è il vero e proprio perno del flusso di conversazione che Vidas ha attivato: vedo che ci scrivono volontari, assistiti, medici, fisioterapisti, le famiglie dei pazienti.
Chiamandolo ‘Noi di Vidas’ volevamo proprio intendere non solo ‘noi che ci siamo dentro’, ma tutti quelli che hanno a che fare con Vidas, gli assistiti, i volontari, gli operatori, i soci: è un ‘noi’ ampio, comprende tutti quelli che gravitano attorno all’associazione. Ci è sembrato bello fin da subito coinvolgere chi lavora nell’area della comunicazione, ma anche gli operatori sanitari e la dirigenza che è stata parte del processo di creazione del blog.
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Leggi come continua l’intervista a Roberta Tocchio su Volontari per lo Sviluppo
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