Cultura

Nobel Pace 2005: el Baradei (Aiea)

Per Lucio Caracciolo, direttore di Limes, “Il Nobel a el Baradei è un messaggio contro la strategia muscolare di Bush, su un tema tanto delicato come quello nucleare”

di Paolo Manzo

L?assegnazione del Nobel per la Pace al 62enne egiziano Mohamed el Baradei era ampiamente nell?aria, visto che i bookmakers inglesi davano la sua vittoria 2 a1, una quota davvero bassa per il vincitore di un premio che, comunque, ha sempre centinaia di candidati ogni anno. Ma chi è El Baradei e che cosa può significare la sua vittoria? Innanzitutto la motivazione della consegna del Nobel per la Pace a el Baradei da parte della giuria scandinava: “Per gli sforzi dedicati a prevenire l’uso a scopi militari dell’energia nucleare e per assicurare che l’energia atomica per scopi pacifici venga utilizzata nel modo più sicuro possibile”. ?Se, quindi, un interpretazione politica vogliamo dare?, spiega a Vita Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ?si tratta di un segnale di preferenza, magari non voluto, per la risoluzione tramite via diplomatica delle questioni che coinvolgono armi di distruzione di massa e nucleari. E, di rimando, un premio che fa a pugni con la strategia della guerra preventiva. Insomma, il Nobel per la Pace a el Baradei può senz?altro essere interpretato come un messaggio contrario alla strategia muscolare di Bush, soprattutto su un tema tanto delicato come quello nucleare?. Ma chi è Mohamed el Baradei? Egiziano, 62 anni, dal 1997 è direttore generale dell’agenzia internazionale dell’Onu per l’energia nucleare (Aiea), ed è stato rieletto a giugno per un terzo mandato. La sua rielezione è diventata possibile dopo che gli Stati Uniti avevano ritirato le loro obiezioni contro la conferma in carica del diplomatico egiziano. Nei mesi precedenti alla sua rielezione alla guida dell?Aiea, gli Stati Uniti avevano cercato di bloccare la sua riconferma, senza però riuscire a trovare consenso per questa posizione tra gli altri paesi membri del cosiglio dei governatori. Prima della guerra contro l’Iraq, il direttore generale dell’Aiea si era attirato le antipatie dell’amministrazione di Bush, in quanto aveva espresso dubbi sull’esistenza di armi di distruzione di massa nel paese mediorientale allora governato da Saddam Hussein. El Baradei ha inoltre sempre sostenuto di non essere ancora in grado di esprimere un giudizio sulla questione se l’Iran stia lavorando o meno alla costruzione di armi nucleari, anche questo un atteggiamento criticato dagli Usa come troppo poco fermo nei confronti di Teheran.


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