“Nel breve periodo è facile prevedere il ripetersi di situazioni di crisi per il sistema che potrebbero portare anche a nuove interruzioni programmate”. Lo ha dichiarato l?amministratore delegato dell?Enel, Paolo Scaroni, nel corso di un?audizione alla commissione Industria del Senato. È questo dunque il rischio che gli italiani corrono nei prossimi mesi: nuovi blackout. Durante gli incontri organizzati al COP9 di Milano si è discusso molto sulle risposte possibili alle nuove emergenze e la risposta di esperti, associazioni, istituzioni è stata unanime: il problema è l?inefficienza della rete di distribuzione elettrica italiana.
Una nuova efficienza
Il 9 dicembre, il WWF, nel corso di un side event organizzato insieme a Vita e alla Fondazione Eni-Enrico Mattei al COP9, ha sottolineato come in gran parte delle centrali termoelettriche italiane solo il 30-35% del calore venga effettivamente trasformato in elettricità; il resto viene disperso nell?ambiente. Inoltre, basta un guasto o un errore in un nodo importante per mettere in ginocchio l?intero Paese. Significativo il fatto, ha sottolineato Gianfranco Bologna, che il blackout di settembre sia avvenuto in un momento in cui il fabbisogno era di circa 22mila megawatt a fronte di una potenza installata di oltre 75mila.
Per il WWF è necessaria perciò una nuova ?efficienza energetica? garantita da una legge che affronti e promuova il cambiamento in tutti gli aspetti e comparti economici, e che promuova una valutazione di efficienza energetica obbligatoria rispetto agli edifici pubblici e privati, sui progetti di infrastrutture di trasporto, sui sistemi di trasporto pubblico.
I punti deboli
Nel dossier WWF emergono i punti deboli del nostro sistema energetico: la normativa prodotta in questi anni ignora infatti la capacità di garantire un determinato servizio attraverso la fornitura della minor quantità possibile di energia primaria. Fino ad oggi, spiega il WWF, l?unica preoccupazione era l?efficienza dei singoli impianti senza considerare l?intero processo. Lo spreco di energia dipende anche dalla rigidità del nostro comparto di produzione e distribuzione di elettricità, per cui occorre rivoluzionare anche la rete. Il WWF propone la creazione di reti locali di fornitura di energia prodotta da piccoli impianti che potrebbero coprire il 50% del fabbisogno totale, diminuendo drasticamente gli sprechi.
Anche le scelte tecnologiche hanno bisogno di un cambiamento: l?Italia potrebbe risparmiare fino al 46% della domanda di elettricità prevista in un periodo di 15-20 anni; si potrebbe ipotizzare una riduzione delle emissioni di gas serra che consentirebbe di rispettare sia il protocollo di Kyoto per il 2010, che l?obiettivo di riduzione del 20% che probabilmente si darà l?Ue entro il 2020. All?incontro era presente Corrado Clini, direttore del ministero dell?Ambiente, che ha annunciato misure di incentivazione e di finanziamento per favorire reti locali per la produzione di energia e per i servizi connessi.
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