Durante gli anni trascorsi a Torino a fare l’operaio, Vincenzo Manno di Acquaro (Vibo Valentia) prendeva le ferie per tornare in Calabria in coincidenza con il periodo della caccia ai tordi. Fino a quando, lentamente ma prepotentemente, non maturò la consapevolezza dell’assurda violenza ai danni di esseri inermi, uccisi per puro passatempo.
Appeso il fucile al chiodo, decide dunque di dare una svolta alla sua vita e al suo rapporto con gli altri esseri viventi, tanto da diventare vegetariano e impegnandosi a non provocare sofferenza agli animali e a soccorrerli quando capita l’occasione.
Non potevano perciò finire in mani migliori i tre pulcini di allocco, un mimetico gufo dagli occhi neri, rinvenuti in un uliveto nelle campagne di Acquaro, in provincia di Vibo Valentia: dopo aver atteso inutilmente che i genitori si facessero vivi e per evitare ai piccoli gufi una brutta fine, tramite un amico, Vincenzo si è messo in contatto con la sezione regionale del WWF Calabria per la consegna dei rapaci notturni; un’occasione per parlare della sua esperienza personale e del rispetto che ha maturato per tutti gli animali, al punto, aggiunge con serenità, da non uccidere neanche le formiche.
Ora i tre allocchi crescono a vista d’occhio in una voliera del Centro recupero animali selvatici di Catanzaro, dove il WWF li ha trasferiti grazie anche ad una staffetta dell’Anpana di Lamezia Terme, in attesa che diventino autosufficienti per essere restituiti alla libertà. Per Vincenzo Manno, ex cacciatore calabrese, adesso il tempo speso bene non è più quello per dare la morte, ma per salvare una vita. Anzi, tre.
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