Cultura
No News: nel mondo, una persona su tre non vuole più notizie
Secondo il Digital News Report della Reuters, sempre più persone scelgono di disconnettersi dal ciclo delle notizie. La ragione principale: il crollo della fiducia nei mezzi di informazione e l'eccessiva partigianeria. Gli effetti del populismo digitale sul sistema della comunicazione
di Marco Dotti
Stando al Digital News Report della Reuters, indagine fra le più autorevoli, condotta in 38 Paesi, sempre più persone scelgono di disconnettersi dal ciclo delle notizie. La ragione principale: il crollo della fiducia nei mezzi di informazione.
La percentuale di chi, nel mondo, sceglie un regime "no news” è passata dal 29% nel 2017 al 32% nel 2019 (+3%). Causa? La perdita di autorevolezza reale o percepita delle fonti, del sovraccarico e del sovrastimolo informativo. Ma anche dei populismi che hanno polarizzato il campo, con inevitabili conseguenze. Una su tutte, aver trasformato l'nformazione in un terreno di scontro nero/bianco sempre più duro, ma anche funzionale al proselitismo e alla militanza, più che al confronto.
L'Italia, isolata e polarizzata
In Italia, il numero di lettori di quotidiani continua a diminuire costantemente, mentre il numero di telespettatori è rimasto più stabile che in molti altri Paesi.
La fiducia nelle notizie è particolarmente bassa nel nostro Paese. Questa tendenza, spiega Alessio Cornia, dell'Università di Dublino, è di lunga data ed è dovuta principalmente alla natura partigiana del giornalismo italiano e alla forte influenza degli interessi politici e commerciali sulle organizzazioni giornalistiche.
Si segnala un dato controintuitivo, fotografato dal Digital News Report: i brand che godono di maggiore fiducia sono generalmente quelli noti per i livelli più bassi di "partigianeria" politico.
Mentre i ricavi delle emittenti sono rimasti relativamente stabili dal 2013 al 2017, nello stesso periodo quelli di quotidiani e periodici hanno registrato una riduzione del 21%.
In termini di quota di ricavi complessivi nel sistema di comunicazione italiano, i principali attori sono l'emittente internazionale Comcast Corporation/Sky (15%), il gruppo televisivo dei Berlusconi Fininvest/Mediaset (15%) e l'emittente di servizio pubblico RAI (14%).
Altri attori di rilievo sono le piattaforme Google (4%) e Facebook (3%), Cairo Communication (editore del canale televisivo La7, che controlla anche Il Corriere della Sera, 4%), e GEDI (editore de La Repubblica, La Stampa, e diversi altri quotidiani e radio locali, 3%).
Con oltre la metà del campione (58%) che lo utilizza ogni settimana per le notizie, lo smartphone è diventato per gli italiani il dispositivo principale utilizzato per ottenere notizie online.
Infine, niente nuovo che avanza. Nemmeno nel digitale: il mercato dell'informazione online è ancora dominato dagli operatori tradizionali. I siti web con la più ampia diffusione online sono quelli delle principali emittenti commerciali (TgCom24 e SkyTg24 di Mediaset), dfei principali quotidiani (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano) e della principale agenzia di stampa italiana (ANSA).
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