Welfare

No global: la Focsiv sugli arresti

"Siamo tornati ai reati di opinione?"

di Redazione

Hanno arrestato 20 no global e subito gli italiani si sono divisi: una parte a favore e una parte contro. Prima considerazione: occorre rispetto per il lavoro dei magistrati, sempre, e il riferimento ad altri recenti, importanti fatti giudiziari non è casuale. Seconda considerazione: non si capisce bene come nell?Italia di oggi sia tanto grave ?turbare le funzioni svolte dal governo italiano, sopprimere la globalizzazione dei mercati economici, sovvertire l?ordinamento dei mercati del lavoro?. Quanti cittadini, viene da chiedersi, impegnati nei partiti e nei movimenti di destra, di sinistra, di centro, di categoria, sindacati, ecc., hanno cercato in tutti i modi, compreso quello organizzato, di fare così. Chi di volta in volta è stato all?opposizione l?ha sempre fatto, sia nei confronti del governo in carica che nei confronti di una linea riguardante l?economia o il mercato del lavoro. Siamo finiti dentro il reato d?opinione. Abbiamo riesumato il codice fascista. La destra per forza applaude! Ma intanto la norma c?è e si può applicare a 20, a 200 o a 200 mila, volendo a milioni di italiani che, ignari o dimentichi, hanno compiuto identico reato. Era una norma che andava cancellata. Invece, prima si è provveduto a cancellare il falso in bilancio che, come tutti possono capire, danneggia il fisco (la collettività) e magari migliaia di cittadini, imbrogliandoli e impoverendoli dalla sera alla mattina. Poi si è provveduto a spostare il processo quando i giudici non riscuotono la fiducia e il gradimento dell?accusato (ci mancherebbe che un giudice che accusa fosse anche gradito). Ma queste sono altre storie, tutte e solo italiane perché negli Stati Uniti, ad esempio, le pene per il falso in bilancio sono state inasprite. Storie che vengono in mente, ancora una volta, per l?occasione. Il tutto, dicono i magistrati di questo processo, era concepito in forma violenta e ciò vale una meditazione supplementare. La violenza non è un?opinione, è qualcosa che si tocca, che si vede, che si esprime. Non si vuole in nessun modo difendere i violenti, non appartiene alla nostra cultura. Se violenza c?è stata, va sempre condannata. Occorrono le prove. I fatti di Genova e di Napoli sono ancora al vaglio della magistratura. Le prove della violenza che c?è stata (a Genova addirittura un morto) sono parzialmente da verificare e da attribuire. C?è questa accusa di essere contro, di voler sovvertire l?attuale ordinamento economico del mercato e del lavoro che pesa come una montagna. Nel mondo almeno 5 miliardi di persone su un totale di 6 miliardi andrebbe messo in prigione per questo reato. Diciamo 5 miliardi perché sono quelli costretti a vivere con il 20% delle risorse del pianeta, mentre il miliardo residuo (noi compresi) ne consumiamo l?80%. Pensiamo forse che i 5 miliardi sopra indicati, che per la maggior parte vivono con meno di 2 dollari al giorno, siano contenti di questa macroscopica ingiustizia, voluta, applicata, imposta dal nostro sistema economico? Noi crediamo proprio di no, anzi, crediamo che in tutti i modi, magari compresi quelli violenti e l?idea ci fa paura, vogliano cambiare. Tutti in prigione. Non sappiamo se ridere o piangere. Di certo sappiamo che in quel miliardo di persone che stanno bene, ce ne sono tante, più di quello che si pensa, che non sono d?accordo sull?attuale sistema economico di mercato o sull?ordinamento del lavoro, sempre più precario e vessatorio che, al di là delle chiacchiere, privilegia i ricchi e mortifica i poveri. Tutti in prigione. E la nostra opinione, forse, è reato.


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