Famiglia

No global. “Bertinotti sbaglia, non siamo non violenti”

Il portavoce dei Disobbedienti romani, Guido Lutrario, afferma: se la manifestazione è andata bene è merito nostro. Dei "duri" del movimento.

di Ettore Colombo

“Le ripetute dichiarazioni di Fausto Bertinotti sui Disobbedienti sono sbagliate e dimostrano una scarsa conoscenza da parte del segretario del Prc di quali siano gli orientamenti diffusi nel nostro movimento”. Lo afferma il portavoce dei Disobbedienti romani Guido Lutrario. “In primo luogo – spiega – in tutti questi mesi nessuna delle tante anime che agiscono tra i Disobbedienti ha mostrato apprezzamento per le posizioni teoriche espresse da Bertinotti sul tema della non violenza. Alcuni vi hanno polemizzato in modo esplicito e frontale, altri hanno preferito trascurare una discussione inutile e dannosa, altri ancora hanno semplicemente ignorato un dibattito avulso dalle dinamiche reali del movimento”. “Ciononostante – continua Lutrario – Bertinotti ha ripetutamente sostenuto in questi giorni che i Disobbedienti avrebbero ormai maturato una posizione non violenta, il che costituisce non solo un falso ma anche un’ipocrisia che nasconde altri fatti che pure Bertinotti dovrebbe ricordare. Se le giornate del 2 e del 4 giugno sono state un successo per il movimento è stato soprattutto grazie alla scelta fortemente voluta dai Disobbedienti (e per fortuna non solo da noi) di trasformarle in giornate di contestazione attiva prima della parata militare e poi della visita di Bush a Roma”. E continua: “Questa scelta, comunicata ai media attraverso una conferenza stampa tenutasi alla Provincia di Roma, ha scatenato la reazione scomposta della destra, di buona parte del centro sinistra e dello stesso Bertinotti, che si è lasciato trascinare in una sorta di panico generalizzato. Il comportamento sereno di tutto il movimento, ben esplicitato dalla riuscita delle azioni svoltesi in tutta Italia il 2 giugno, dai blocchi del 4 mattina e dalla fortissima partecipazione alla manifestazione del pomeriggio, ha chiarito che né il Ministro degli interni, né i capi del centro sinistra e nemmeno le preoccupazioni del segretario del Prc possono impedire ai movimenti di agire in piena autonomia”. “Riguardo poi al tema della non violenza – conclude Lutrario – voglio solo ribadire ancora una volta che i movimenti rifiutano modelli precostituiti e formule ideologiche prescrittive e sono gelosi della loro libertà di scegliere volta per volta quali siano le soluzioni più efficaci ai problemi che si trovano a dover affrontare”.

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