Welfare

No alla scuola araba di Milano?

Yalla Italia lancia la proposta: «non fa onore allo scrittore egiziano a cui è dedicata»

di Redazione

Chiudiamo la scuola araba Naghib Mahfuz in via Paravia a Milano. L’appello è lanciato dal sito www.yallaitalia.it in occasione di un numero monografico dedicato allo scrittore egiziano Naghib Mahfuz che se fosse ancora in vita, oggi martedì 30 agosto, compirebbe 100 anni.

Perché chiudere la scuola? Perché intitolare una scuola al premio Nobel per la letteratura è un escamotage linguistico rischia di essere una copertura rispetto a un ambiente che non fa onore all’eredità dello scrittore egiziano.

Ma soprattutto, perché si tratta di un istituto senza parameri di trasparenza come la selezione del corpo insegnante. Nessuno sa spiegare in modo professionale se i docenti siano qualificati o gente che pur dopo anni di permanenza in Italia ancora non sa parlare la nostra lingua; se la parte italiana del programma è adeguata o è una foglia di fico; se alla fine del percorso gli alunni sono preparati a proseguire gli studi nel nostro Paese o hanno avuto un’istruzione che per contenuti e metodi li taglia fuori da ogni prospettiva, in attesa di un vagheggiato e irrealistico ritorno al Paese d’origine.

Ma anche perché Yallaitalia.it è venuta a conoscenza di un fatto che, se fosse confermato, rinforzerebbe la necessità di chiudere l’istituto: presentando agli esami per la parte italiana alcune allieve, qualcuno avrebbe chiesto di chiudere un occhio sulla loro preparazione (inferiore a quella dei maschi) in quanto meno rilevante.

Yallaitalia.it è il sito dedicato ai punti di vista, alle istanze, e al rapporto con la fede delle seconde generazioni italo-arabe. Il sito è l’estensione on line dell’omonimo supplemento che per tre anni è stato pubblicato dal settimanale Vita.

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