Non profit

No alla base, però si al lavoro

Gli Usa minacciano: «Senza militari sarà crisi occupazione». La cooperazione sociale reagisce: «744 li posti troviamo noi»

di Daniele Biella

Il lavoro. Base o non base, a Vicenza è questo il cuore del problema. Lo hanno capito anche i militari Usa, che al momento giusto, quando la risposta italiana non arrivava, hanno estratto il coniglio dal cilindro: «Se non ci date il permesso, trasferiamo la Ederle e lasciamo disoccupate centinaia di persone».

Una sfida che una parte della città ha già raccolto: «Nessuno resterà a casa, anzi offriremo noi un?occupazione a chi si rifiuterà di partecipare agli eventuali lavori di allargamento e a chi è già occupato per loro», attacca Cristian Galvan, responsabile della zona Vicenza dell?associazione Papa Giovanni XXIII. «La nostra non è solo una provocazione: sono a disposizione già da ora due posti nelle nostre cooperative sociali», spiega Galvan. Che rilancia: «La società civile e le istituzioni vicentine ci vengano dietro». Il primo sì arriva da Giovanni Marangoni, responsabile dell?associazione della Famiglie per la pace di Vicenza e provincia. Assieme a un vasto movimento dal basso che riunisce tutti gli enti cristiani vicentini, diocesi compresa, Marangoni ha invitato nelle case dei cittadini una lettera-riflessione. «Il no alla nuova base è supportato da cifre e dati, e dal rifiuto di falsi allarmi come quello occupazionale in una città ricca come Vicenza», spiega a Vita. «Sindaci e imprenditori locali hanno parlato di 1.500 posti di lavoro a rischio, quando lo stesso comitato per il Sì ne ha contati non più di 744», aggiunge Marangoni. «I vari attori in campo, dalle forze economiche a quelle sociali, alle istituzioni e alla Chiesa, possono trovare una soluzione», dice Andrea Luzi, presidente della sezione provinciale delle Acli. «L?obiettivo comunque non è semplice, i lavoratori della caserma sono specializzati e ricollocarli sarebbe difficile», continua l?aclista, «la carta vincente è la solidarietà della comunità, un elemento che si è perso a livello di imprese ma che è ancora vivo nei singoli cristiani». Anche Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, sostiene l?iniziativa della Papa Giovanni XXIII: «L?idea è suggestiva», dice Lotti, perché affronta nodi concreti ed è uno strumento che può modificare il sistema da dentro». Un finale degno di Mission Impossible: caserma Ederle chiusa per mancanza di personale civile locale.

Info:
www.famiglieepace.netsong.org
www.apg23.org
www.acli.it
www.tavoladellapace.org


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA