Non profit

No al carcere per i malati di Aids

L’on. Bolognesi e Maurizio Costanzo firmano l’appello. Il decreto-beffa della Bindi

di Redazione

Altre due importanti adesioni si aggiungono a quelle della settimana scorsa al nostro appello per la scarcerazione dei malati di Aids e dei sieropositivi non sottoposti a terapie. Hanno infatti firmato la petizione anche l?onorevole Marida Bolognesi, presidente della Commissione Affari sociali della Camera, e Maurizio Costanzo. Ma la battaglia continua, sostenuta dalle associazioni del comitato editoriale di ?Vita? e da numerosi personaggi noti, dato che i segnali di sblocco per il disegno di legge che permetterebbe a centinaia di malati di uscire di galera non sono arrivati. La Camera è troppo impegnata con la Finanziaria, è la giustificazione, quindi occorre aspettare. Ma forse per qualcuno potrebbe essere troppo tardi. Nei giorni scorsi, proprio il 1° dicembre, giornata dedicata in tutto il mondo alla lotta all?Aids, il ministro della Sanità Rosi Bindi ha annunciato la stipula di una Convenzione tra il suo ministero e quello della Giustizia, che prevede «l?utilizzo dei nuovi farmaci retrovirali, tra cui gli inibitori delle proteasi, e il ricorso a specifici accertamenti diagnostici, come la determinazione della carica virale, nelle strutture carcerarie». Una normativa che però non soddisfa, specialmente perché le notizie che filtrano dalle carceri italiane parlano di un mancato rispetto anche delle norme già esistenti, e soprattutto della mancanza di strutture adeguate alla cura di tutti i detenuti che ne avrebbero bisogno, che sono più di 5000. La normativa tra l?altro parla chiaramente di un migliaio di detenuti che potranno beneficiare delle nuove norme. E gli altri? «I malati di Aids non devono restare in carcere, punto e basta» è la posizione dell?Amapi, il sindacato dei medici penitenziari, schieratosi proprio il 1° dicembre sulle stesse posizioni espresse dall?appello di ?Vita?. «Chiediamo l?approvazione in tempi rapidi del ddl Pisapia che contempla il riconoscimento di importanti benefici di legge attraverso specifici automatismi». L?associazione dei medici punta anche il dito contro le insufficienti strutture di cui sono dotati i penitenziari, proponendo il potenziamento dei centri clinici carcerari e la costruzione di case alloggio per i detenuti dimessi dal carcere per motivi di salute. Le principali associazioni che difendono i diritti dei malati, Anlaids e Lila, si sono mostrate piuttosto tiepide nei confronti del provvedimento. In particolare, Lila ha fatto sapere in un comunicato che la convenzione «non risolve certo i problemi». La mobilitazione dunque prosegue. Aspettiamo i vostri fax in redazione allo 02/55190397. La campagna Promotore: settimanale Vita Obiettivo: Far uscire i detenuti malati di Aids, come prevede il ddl 4010 Hanno aderito: 30 associazioni, 50 personalità Come aderire: Inviare un fax alla nostra redazione, 02/55190397


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