Mondo

Nigeria: sciopero fiume contro caro benzina

Milioni e milioni di nigeriani hanno aderito allo sciopero indetto dal sindacato centrale contro l'aumento del prezzo del carburante

di Joshua Massarenti

I nigeriani hanno risposto in massa all’appello lanciato dal principale sindacato del Paese, il Congresso nazionale del lavoro (Nlc) che la scorsa settimana aveva indetto uno sciopero generale in segno di protesta contro l’aumento del prezzo del carburante. E’ il secondo sciopero generale in meno di sei mesi che ferma il Paese e inquieta i mercati petroliferi per via dell’interruzione della produzione petrolifera della Nigeria, primo esportatore di greggio in Africa e sesto esportatore mondiale con 2,5 milioni di barili al giorno. Per ora tuttavia, sia le compagnie petrolifere che i sindacati non si sono pronunciati sulle conseguenze dello sciopero rispetto alle attività produttive del Paese. Secondo l’Afp (Agence France Presse), l’adesione dei cittadini varia a seconda delle regioni: a Lagos, capitale economica della Nigeria, banche, mercati e uffici sono rimasti in larga misura chiusi, mentre il traficco, noto per le sue dimensioni infernali, si è ridotto all’osso. Stesso discorso per la capitale politica, Abuja, dove banche e negozi sono chiusi e i ministeri vuoti. Al contrario di Kano, città a nord del Paese, dove soli i servizi pubblici si sono fermati. Intanto, la Nlc ha annunciato che lo sciopero durerà quattro giorni, per poi concedere due settimane al governo affinché faccia abbassare i prezzi del carburante. Qualora il regime del presidenten Obasanjo non prendesse le “misure adeguate”, il sindacato centrale nigeriano pronuncerà uno sciopero illimitato. L’attuale sciopero segue una decisione giudiziaria presa il 23 settembre scorso, la quale annunciava un aumento di oltre 25% del prezzo del carburante. Una decisione giudicata intollerabile per la Nlc e difficilmente sopportabile per i 130 milioni di nigeriani, di cui secondo l’Onu l’80% vive con meno di un dollaro al giorno. Non a caso, una buona parte della società civile e dei partiti di opposizione hanno aderito all’appello lanciato dalla Nlc.


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