Mondo

Nigeria: La Shell non lascerà il Paese

Accusata da uno studio di alimentare la povertà nell'area, la multinazionale ha ammesso che gli sforzi compiuti per sviluppare la regione sono stati in passato “lungi dall’essere perfetti”

di Joshua Massarenti

La compagnia petrolifera anglo-neerlandese Royal Dutsh/Shell ha annunciato l?intenzione di voler proseguire le sue attività in Nigeria nonostante abbia riconosciuto, pochi giorni fa, che la sua presenza in suolo nigeriano abbia involontariamente alimentato povertà, corruzione e violenza nel Paese africano.

Uno studio condotto da tre esperti indipendenti e pubblicato giovedì scorso ha messo sotto accusa il comportamento etico e ecologico della compagnia petrolifera in Nigeria. Il rapporto aggiunge che la ?persistenza delle attività della Shell nella regione del Delta del fiume Niger dopo il 2008 diventerebbe incompatibile con i principi etici sostenuti dalla stessa compagnia petrolifera?.

Da parte sua, la multinazionale ha sottolineato quanto fosse ?difficile? agire in modo etico in una regione scoinvolta dai periodici conflitti intercomunitari che perdurano dall?inizio degli anni ?90, ammettendo che gli sforzi compiuti dalla compagnia per sviluppare la regione sono stati ?lungi dall?essere perfetti?.

Ciò nonostante, il portavoce della Shell ha smentito l?ipotesi veicolata nei giorni scorsi da alcuni media secondo i quali questo rapporto avrebbe spinto la Shell ad abbandonare la Nigeria. ?Il delta del Niger e la Nigeria sono stanno al cuore delle nostre attività? ha dichiarato il portavoce, sottolinenado come ?questo è un posto dove sviluppiamo i nostri affari?.

Nel 2003, il colosso anglo-neerlandese ha prodotto in Nigeria circa 900.000 dei suoi oltre quattro milioni di barili estratti ogni giorno in tutto il mondo, ovvero quasi il 25% della sua produzione mondiale. La Nigeria è attualmente il primo produttore di petrolio in Africa, un continente destinato a coprire entro il 2015 il 25% delle importazioni di greggio negli Stati Uniti.

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