Non profit
NIGERIA. Frattini offre contributo per soluzione nel Delta
Il ministro offre pattugliamenti e arei di ricognizione e supporto nella soluzione politica
di Redazione
L’Italia è pronta a contribuire alla difficile situazione nel Delta del Niger con pattugliatori e aerei da ricognizione, «ma nella regione serve una soluzione politica». Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini, dopo gli incontri politici di stamani nella capitale nigeriana Abuja. Il ministro ha ricordato che nella regione del Delta, oltre ai problemi di sicurezza, esiste anche una grave situazione ambientale con le fuoriuscite di petrolio che provocano danni all’ambiente e all’acqua. Senza contare le migliaia di barili di petrolio che vanno perse ogni giorno a causa di danni o attacchi alle infrastrutture.«Ho suggerito alle autorità locali alcune soluzioni da seguire» ha spiegato Frattini. «Innanzitutto servono tecnologie per prevenire lo sversamento e controllare le fuoriuscite».
La Nigeria è il secondo produttore di greggio in Africa. E il Delta del Niger resta una delle regioni più povere. Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha attaccato svariate volte i colossi del greggio e rapito i dipendenti.
«Se quest’anno l’Angola e’ passata al primo posto nella regione per la produzione di petrolio (superando la Nigeria che è piu’ ricca di giacimenti, ndr), è anche per la situazione della sicurezza», ha spiegato il ministro, da ieri ad Abuja. «Ci sono problemi che molte compagnie petrolifere, tra cui l’italiana Eni, hanno registrato», ha aggiunto Frattini, che ieri sera ha partecipato a una cena con gli imprenditori italiani presenti in Nigeria.
Il ministro ha anche proposto progetti per favorire l’agricoltura e la pesca nella regione. «L’Italia può dare un contributo non solo come pagamenti, ma anche per suggerire alcune tecnologie» ha detto il ministro, ricordando che il nostro Paese dispone di un sistema di sensori per il monitoraggio delle tubature. «Nei settori dell’agricoltura e della pesca possiamo mobilitare risorse importanti e possiamo anche formare la polizia per il controllo delle frontiere marittime», ha proseguito Frattini, ricordando che è già partito con Ecowas (Economic Community Of West African States) un progetto per controllare il traffico di droga.
In cambio dell’impegno italiano, le autorità nigeriane offrono all’Italia «una maggiore presenza in tre settori chiave», ha spiegato Frattini a conclusione degli incontri di stamani con i ministri della Difesa e del Delta e con il governatore di Abuja. «Innanzitutto c’è il settore delle infrastrutture» ha detto il ministro. «Ci chiedono di più nel settore delle case a uso civile, chiedono il nostro know-how e noi pensiamo a una missione dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) nel Paese». In secondo luogo, la Nigeria offre all’Italia opportunità «nella gestione delle ferrovie e delle strade in concessione e, inoltre, sono interessati a forniture nel settore della difesa». «Vogliono usare tecnologia italiana soprattutto nel settore navale e aeronautico», ha aggiunto il ministro. Il titolare della Farnesina ha anche parlato di possibili forniture di navi medie e leggere, mezzi di pattugliamento, veicoli speciali, fuoristrada e mezzi del settore aeronautico. Frattini, quindi, ha spiegato di aver discusso con le autorità locali della questione dell’immigrazione. «La Nigeria è uno dei Paesi di origine ed è molto interessata a programmi bilaterali per la prevenzione del traffico di esseri umani che riguarda soprattutto le donne», ha detto il ministro. Frattini ha proposto all’omologo Ojo Maduekwe un «dialogo politico strutturato bilaterale Italia-Nigeria».
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