Mondo
Nigeria dimenticata anche dalle Ong?
Dopo la morte in carcere del leader dellopposizione, Lagos vive una nuova crisi politica e sociale. Nel silenzio generale e fuori dalle rotte del volontariato internazionale.
Nigeria ancora sull?orlo della crisi dopo la morte del leader dell?opposizione Moshood Abiola, avvenuta nel carcere di Abuja. Nelle ultime settimane, la giunta militare al potere giura di liberarlo, anche al segretario generale dell?Onu Kofi Annan. Ma Abiola, vincitore imprigionato delle elezioni del 1994, muore per infarto di fronte ad una delegazione statunitense.
Primo risultato: violente sommosse a Lagos, la polizia uccide una ventina di persone, il presidente Abdulsalam Abubak, succeduto al dittatore Sani Abacha, scioglie il governo conservando pieni poteri al Consiglio militare, l?organo supremo dello Stato Poi, però, gli stessi militari promettono nuove elezioni e la liberazione di alcuni importanti prigionieri politici nel nobile intento di ?rispettare i diritti umani? e per quello, molto più pratico, di ?decongestionare le prigioni del Paese?.
«La Nigeria è così abituata alla tensione che forse nemmeno questa volta esploderà», è il giudizio del presidente dell?Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi), Arturo Alberti. Gli incidenti per la morte di Abiola non hanno messo a repentaglio le vite e il lavoro svolto dai suoi volontantari. Anche la Farnesina stavolta tace, mentre in passato, di fronte a situazioni analoghe, aveva allertato le Ong.
L?Avsi è l?unica organizzazione non governativa italiana impegnata in Nigeria, terra poco ?di moda? fra gli stessi volontari internazionali.
«Noi volontari», continua Alberti, «da otto anni, ci occupiamo solo del popolo intento a sbarcare il lunario (a Lagos ci sono baraccopoli di 300 mila abitanti), che ignora la lotta per il potere dei gruppi dominanti. Va detto però che, finora, i governanti nigeriani hanno sempre dimostrato una certa sensibilità, soprattutto per i nostri progetti sanitari».
Nei centri di salute della capitale, Lagos, e dintorni, l?Avsi punta soprattutto sulle vaccinazioni contro la malaria e la tubercolosi e sulla prevenzione delle malattie. Ma l?associazione cesenate è impegnata anche nel miglioramento deIl?habitat urbano, nella formazione professionale per avviare i giovani al lavoro e in diverse azioni rivolte all?infanzia.
«Si va dai corsi di alfabetizzazione e preparazione scolastica, all?assistenza e all?educazione sanitaria e alimentare», spiega Chiara Mezzalira, volontaria dell?Avsi in Nigeria assieme a Ivana Parenti e Anna Maria Chiarabini. «Collegato alla clinica di San Kizito, che cura circa 3mila pazienti ogni mese, ad Ilasan, nell?estrema periferia di Lagos, gestiamo anche un centro nutrizionale che distribuisce un supplemento giornaliero di alimentazione ad oltre cinquanta bambini, di età compresa fra gli zero e i cinque anni. Ma per alcuni adulti in grave stato di malnutrizione», conclude Mezzalira, «si fa un?eccezione».
Questo supplemento alimentare, consiste in un pasto caldo più un cesto da asporto con un po? di riso, fagioli, soya e latte in polvere che viene consegnato alle madri.
Sempre sul versante del sostegno all?infanzia, i volontari dell?Avsi in Nigeria assicurano istruzione elementare a circa 150 bambini, presso l?istituto scolastico di Ikate Water Side, intolato ai santi Pietro e Paolo e frequentato dai figli di pescatori, provenienti anche dal vicino Benin, che abitano le palafitte della laguna di Lagos.
Per informazioni: Avsi, viale Carducci 85, 47023 Ceseìia (Fo). Tel. 0547124054; fax: 0547/611290.
Centro operativo: via Fantoli 6115, 20138 Milano. Tel. 02/5061212.
Maria e Salima, due donne d?oro
Sotto l?alto patronato del presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, il Centro studi e documentazione Archivio Disarmo, in collaborazione con la Legacoop, ha assegnato il premio giornalistico internazionale ?Colombe d?oro per la pace 1998?. Il prestigioso riconoscimento è andato alle giornaliste Maria De Lourdes Jesus e Salima Ghezali, copeverdiana la prima, algerina l?altra e al loro collega triestino Paolo Rumiz (?Il Piccolo?) per i suoi libri sulla guerra nell?ex Jugoslavia. Premiato anche il direttore generale dell?Unesco, Federico Mayor. Maria De Lourdes Jesus, conduttrice del programma di Radiouno Permesso di soggiorno e prima straniera a parlare, dieci anni fa, della vita e delle speranze degli immigrati in Italia con la rubrica televisiva del Tg2 Nonsolonero e Salima Ghezali, direttrice del quotidiano La Nation che non ha potuto nemmeno lasciare Algeri per ritirare la sua ?Colomba d?oro?, sono state premiate per le loro battaglie di pace. Nell?albo d?oro del Premio, istituito dodici anni fa, spiccano i nomi di Olof Palme, Nelson Mandela, Michail Gorbaciov e organizzazioni come Amnesty International e Greenpeace.
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