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Nigeria: attacco all’Agip, “un atto politico”

Gruppo militante nigeriano giustifica la rapina a una struttura della multinazionale petrolifera italiana come parte di una "battaglia politica"

di Joshua Massarenti

Il gruppo militante nigeriano che ha rivendicato il rapimento di quattro lavoratori stranieri ed una serie di attacchi contro impianti petroliferi ha definito parte di una battaglia politica la rapina avvenuta ieri contro la struttura dell’Agip di Port Harcourt, nel delta del Niger, che ha provocato 9 vittime. Il gruppo non ha pero’ rivendicato direttamente l’assalto.

”Come politica, le nostre unita’ sono state orientate a ricorrere a rapine armate”, riferisce una nota inviata da un indirizzo email usato dal gruppo. ”Il delta del Niger – continua – e’ saturo di piccoli gruppi che combattono per la causa, portando avanti le operazioni con qualsiasi mezzo possibile”.

La nota aggiunge che non c’e’ l’intenzione di fermare questi attacchi, che non sono comunque diretti contro la gente comune. Ieri, uomini con tute mimetiche e berretti, giunti su barche veloci, hanno assalito l’Area industriale Agip di Port Harcourt, precisamente il settore dove e’ presente la banca, portando via due sacchi di denaro. Nell’azione sono rimasti uccisi 8 poliziotti ed un dipendente nigeriano. L’11 gennaio quattro lavoratori stranieri – un americano, un britannico, un bulgaro ed un honduregno – sono stati invece rapiti a bordo della loro imbarcazione al largo del delta del Niger. Si pensa che siano nelle mani di un banda che, in cambio del loro rilascio, chiede la liberazione di due leader dell’etnia Ijaw.

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