Mondo

Niger: ong anti-schiavista sotto torchio

Sei membri dell'Ong nigerina arrestati per "falso e tentativo di truffa"

di Joshua Massarenti

Il presidente dell’Ong anti-schiavista nigerina “Timidria” e cinque altri membri sono stati arrestati dalle autorità locali con l’accusa di “falso e tentativo di truffa”. Gli arresti risalgono alla settimana scorsa, ma la notizia è stata solo trapelata oggi dall’Afp dopo essere stata contattata dall’avvocato degli arrestati. Secondo quanto riferisce l’avvocato Abdourahamane Chaibou, i suoi clienti sono accusati di aver voluto truffare dei donatori internazionali sollecitando fondi per organizzare una cerimonia di liberazione a circa 7mila persone in stato di schiavitù. “Timidria” (“Fraternità” in lingua tuareg), presideuta da Ilguilas Weila, è l’unica ong del Niger che lotta contro una pratica, quella dello schiavismo, ancora diffusa nel Paese, in particolar modo nelle zone di allevamento del nord e dell’ovest, popolate in stragrande maggioranza da comunità tuareg. L’accusa si fonda su una lettera inviata all’ong nigerina, nel settembre 2004, da un responsabile di “Timidria” ad Inates, ovest del Niger, il quale annunciava la sua decisione di liberare di circa 7mila schiavi, sollecitando “Timidria” per il “reinserimento socio-economico delle vittime”. Secondo l’avvocato degli arrestati, le autorità pretendono che “i miei clienti, sulla base di questa falsa lettera, abbiano voluto truffare dei donatori sollecitando denaro per organizzare la ceremonia di liberazione”. In un comunicato giunto all’Afp, l’ong nigerina sostiene che le accuse si iscrivono in “un complotto che mira solo a sciogliere la nostra Ong perché infastidisce (le autorità) per le sue azioni e i suoi risultati”.


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