Politica

Niente rivoluzione arancione in Bielorussia

Il presidente riconfermato Lukashenko pone fine al presidio di oppositori che da giorni chiedeva la ripetizione delle elezioni per brogli

di Redazione

Gli istinti repressivi di Aleksandr Lukashenko hanno avuto il sopravvento: a Minsk nel cuore della notte la polizia in tenuta anti-sommossa ha spazzato via la mini-tendopoli in Piazza Oktiabrskaia, dove da lunedi’ sera qualche centinaio di giovani dell’opposizione bivaccava nel modo piu’ pacifico possibile in protesta contro le ”elezioni-farsa” di domenica stravinte dall”’ultimo dittatore d’Europa”. Sembrava che il dispotico presidente, al potere dal 1994 e a capo di un soffocante regime para-sovietico, stesse aspettando l’ormai imminente estinzione della protesta per esaurimento naturale, e invece no: verso le 3 (le 2 di notte in Italia) un centinaio di agguerriti agenti in tenuta anti-sommossa – divisa nera, elmetto sul viso e manganelli – ha dato l’assalto alla sonnacchiosa mini-tendopoli. ”Niente violenza! Niente insulti!”, gridava ogni trenta seconda da un megafono il colonnello Yuri Podobed durante i quindici minuti che sono bastati ai suoi uomini per farla finita con l’accampamento. I manifestanti non hanno fatto resistenza e sono stati portati in massa come criminali ai commissariati di polizia, identificati e interrogati. I minorenni l’hanno fatta franca: sono stati restituiti alle famiglie, contro di loro non sara’ aperto alcun procedimento penale. Donne e ragazze hanno ritrovato la liberta’ dopo la formale incriminazione per ”partecipazione a manifestazione non autorizzata” mentre uomini e ragazzi sono stati trascinati davanti ai tribunali. Tra i fermati anche un figlio del leader dell’opposizione Aleksandr Milinkevic, due nipoti di Aleksandr Kozulin (un altro leader del fronte anti-Lukashenko) e un ex-ambasciatore polacco a Minsk. Una volta impacchettati gli oltre duecento attivisti anti-Lukashenko che vegliavano al freddo e al gelo, sono piombati in piazza Oktiabrskaia bulldozer e trattori con lame spazzaneve: hanno rimosso senza tanti complimenti le trentacinque tende canadesi mentre i netturbini ramazzavano immondizie e oggetti abbandonati (perlopiu’ sciarpe, guanti, zaini, coperte) e un cane randagio si mangiava un po’ di cibo avanzato. ”Con questo la rivoluzione e’ finita”, ha gongolato il colonnello Podobed ma almeno a parole Milinkevic non e’ ancora disposto ad ammainare la bandiera bianca e nel corso di una conferenza-stampa ha confermato: domani l’opposizione cerchera’ di scendere in piazza e dar vita ad una ”grande manifestazione” per ”il Giorno dell’Indipendenza”, in ricordo di quel 25 marzo 1918 quando per la prima volta nella storia la Bielorussia fu per breve tempo uno stato sovrano. Tutto da dimostrare pero’ che la manifestazione si svolgera’ e ci sara’ folla. Gli attivisti pro-Milinkevic sono in stragrande maggioranza in carcere. Dopo la repressione notturna della polizia la vasta Piazza Oktiabraskaia sara’ sicuramente off limits. ”Se non possiamo sulla Oktiabrskaia, ci riuniremo altrove. Non so ancora dove”, e’ tutto quanto ha saputo dire oggi pomeriggio con il suo candore di intellettuale prestato alla politica Milinkevic che vorrebbe sfruttare l’evento di domani per annunciare la nascita di un nuovo movimento da lui diretto. lo chiamera’ ”Za svobodu”, per la Liberta’. In mattinata il leader della debole e sparpagliata opposizione democratica bielorussa – che ufficialmente ha preso il 6,1% alle elezioni di domenica vinte da Lukashebnko con l’83% – si era recato davanti al carcere di via Okrestina, dove si trovano centinaia di suoi attivisti arrestati nel giorni scorsi. Li’ aveva ancora una volta denunciato con voce spezzata ”un potere che conosce soltanto un linguaggio, quello della repressione”.


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