Welfare
niente lavoro nero e housing sociale: ecco l’edilizia pulita
Renzo Amodeo, Consorzio cooperative costruzioni
di Redazione
«Da noi chi rispetta la legge si accolla costi più alti. Ma noi vinciamo con la professionalità. E l’attenzione ai più deboli» Lavoro nero, abusivismo, criminalità organizzata e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. È sul terreno franoso dell’edilizia che da 13 anni Renzo Amodeo guida il ramo campano (a cui fanno riferimento anche le sezioni di Puglia e Basilicata) del Ccc, il Consorzio delle cooperative costruzioni, una delle realtà più importanti del settore che, a livello aggregato, nel 2007 ha chiuso con un utile di esercizio di oltre 2,3 milioni di euro. Importanti anche i numeri “locali”. Il Ccc di Amodeo infatti fattura tra i 70 e i 100 milioni l’anno dando lavoro, solo in Campania, dove risiedono 14 delle 25 associate, a 800 persone «tutte contrattualizzate», precisa Amodeo. Delle altre cooperative del gruppo, sette hanno sede in Basilicata e quattro in Puglia.
Vita: Come si sopravvive in un mercato così concorrenziale senza rinunciare a stare nella legalità?
Renzo Amodeo: Non è facile, considerando che il maggiore committente è l’amministrazione pubblica e che nel nostro territorio chi fa le cose come si deve si accolla oneri più pesanti del 10-20% rispetto a concorrenti un po’ meno attenti. Detto questo, il nostro è un sistema d’impresa sano ed efficiente.
Vita: Qual è il segreto?
Amodeo: Le commesse che prendiamo sono lavori dove pesa molto l’alta professionalità degli addetti. Mi riferisco per esempio al restauro del patrimonio storico. E qui non ci sono scorciatoie, o sei in grado di farlo o non partecipi alla gara. L’altro settore in cui operiamo sono i lavori complessi, quelli in cui non conta tanto la manodopera, ma al contrario l’organizzazione e le sinergie della struttura. In questi recinti rientrano per esempio anche opere come l’Alta Velocità Roma-Napoli o l’intervento nell’ex area Cirio di San Giovanni a Teduccio.
Vita: Recentemente a Casalnuovo sono dovute intervenire le ruspe per radere al suolo un intero quartiere abusivo. Com’è possibile che nessuno sia intervenuto prima?
Amodeo: L’abusivismo è una piaga che si fonda sulla fame di casa della gente e la spregiudicatezza di alcuni imprenditori. Per combatterlo c’è una sola strada: piani regolatori certi e razionali, e controlli feroci. E sui controlli credo che negli ultimi tempi si sia spinto sull’acceleratore. Anche se molti Comuni, specie i più piccoli, sono ancora troppo facilmente ricattabili dalla criminalità.
Vita: Come valuta il piano casa di Berlusconi?
Amodeo: Sulla carta è uno strumento che può essere utile. Ma vedo anche i rischi se, come dicevo prima, non si intensificheranno i controlli.
Vita: Al Nord il project financing è una modalità in forte ascesa. Al Sud non è così. Come si spiega questa differenza?
Amodeo: Da noi il reclutamento di investitori privati è decisamente più complesso, anche se qualcosa si sta muovendo. Per esempio noi guidiamo una cordata a cui partecipano altri cinque imprenditori privati per realizzare un progetto abitativo nel centro direzionale di Napoli. Un intervento che prevede anche una quota di cento abitazioni da destinare all’edilizia sociale, che metteremo sul mercato a meno di 2mila euro al metro quadro.
Vita: Il social housing sta sbarcando anche a Sud, quindi?
Amodeo: Siamo solo all’inizio. Ma non c’è dubbio che questo è un settore di grande prospettiva anche per noi.
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