Famiglia
Niente lacrime dalla cipolla di Grass
di Günter Grass, Einaudi, pp. 384, euro 19.
di Andrea Leone
Autore di un unico libro veramente valido, Il tamburo di latta, Grass è il creatore di una sofisticata prosa barocca, difficilissima da tradurre in italiano, sotto la quale si cela spesso il vuoto. Il suo ruolo nella letteratura tedesca del Novecento è più ideologico che artistico. Anche questa autobiografia, subito best seller in patria, risulta di scarso valore letterario: è invece interessante per il valore documentario, storico e biografico.Il libro si apre nel 1939, con lo scoppio della seconda guerra mondiale (che lo scrittore vive in prima persona nella sua città natale, Danzica), e si chiude dopo vent?anni, quando con l?uscita del Tamburo di latta, Grass diventa di colpo uno scrittore celebre. Scopriamo che dopo la guerra, Grass ritrova la famiglia e decide di diventare scultore. Che per anni studia scultura e pittura e l?attività grafica lo accompagnerà sempre. Negli anni 50 iniziano le frequentazioni con l?ambiente letterario tedesco: fondamentali sono l?incontro con Gottfried Benn e con il Gruppo 47, statuto quasi obbligatorio per gli scrittori dell?epoca, avanguardia da cui usciranno anche Celan e Ingeborg Bachmann. L?interesse dei lettori si è focalizzato però soprattutto sul noto episodio dell?arruolamento di Grass nelle SS. Da quando il libro è uscito in Germania, non si è ancora placata la polemica nei confronti del premio Nobel: i detrattori non lo accusano tanto del suo passato nazista, quanto del fatto di averlo ostinatamente taciuto per così tanto tempo. Questo libro si può considerare appunto un?operazione tardiva per liberarsi dal senso di colpa e dalla vergogna, come lo scrittore stesso ammette in un?intervista recente. Dopo aver sepolto i fatti per decenni, Grass ha scritto la sua autobiografia per saldare i conti col passato e discolparsi. Ma Grass era un ragazzo di diciassette anni con ben poca coscienza di quanto stava accadendo intorno a lui, e desideroso soltanto di evadere dall?ambiente familiare. Accusarlo sessant?anni dopo è forse eccessivo: la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale come soldato delle SS è stato solo il frutto di una irresponsabilità adolescenziale, che non compromette il suo sincero e concreto impegno a favore della democrazia e della pace.
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