Politica

Niente garanzia pubblica al credito per il Terzo settore non commerciale

Gli emendamenti presentati al Milleproroghe apparecchiato dal precedente Governo, sono stati bocciati. «È una vicenda incomprensibile e sconcertante. Ci siamo battuti a lungo affinché anche le associazioni potessero godere degli stessi benefici degli enti commerciali», ha sottolineato la portavoce del Forum del Terzo settore, Claudia Fiaschi

di Redazione

Non ci sarà l’estensione della garanzia dello Stato per l’accesso al Fondo PMI per gli enti non profit che non svolgono attività commerciale. È l’allarme lanciato dal Forum del Terzo Settore all’indomani del varo del decreto Milleproroghe in Commissione I Affari Costituzionali e V Bilancio della Camera.

«Nonostante i molti emendamenti presentati da quasi tutti i gruppi parlamentari e tutte le assicurazioni che ci erano state date», spiega la portavoce Claudia Fiaschi, «gli emendamenti presentati che prorogavano la garanzia pubblica al credito per il Terzo settore non commerciale sono stati tutti bocciati. È una vicenda incomprensibile e sconcertante. Ci siamo battuti a lungo affinché anche le associazioni potessero godere degli stessi benefici degli enti commerciali».

Finalmente con la pubblicazione in GU del 13/10/2020 della Conversione in Legge del DL 104/20 era stato introdotto questo provvedimento. Tra autorizzazioni EU e circolari applicative la misura si è effettivamente resa disponibile solo a novembre scorso. Nel testo della finanziaria una dimenticanza aveva escluso dalla proroga questa tipologia di enti. Tutti i partiti che sostengono l’attuale Governo hanno presentato emendamenti per rispristinare la misura con il Milleproroghe. Ora di nuovo lo stop.

«Sembra non si voglia capire che le associazioni sono una componente fondamentale dell’economia sociale del Paese che da sole danno lavoro ad oltre quattrocentomila persone», prosegue la portavoce, «si tratta spesso di piccole realtà che hanno difficoltà di accesso al credito e che rappresentano un presidio fondamentale di solidarietà e socialità. Se non le si mette nelle condizioni di riprendersi dalla crisi, le ricadute negative per le nostre comunità saranno gravissime. Le attività che svolgono sono fondamentali: dall’assistenza ai malati, alla promozione culturale, all’aiuto alle tantissime persone fragili, in condizioni di esclusione sociale o di povertà. Ma i provvedimenti varati finora sono assolutamente insufficienti a partire dall’estrema esiguità del Fondo ristori».

«Non si può un giorno ringraziare l’impegno e il sacrificio dei volontari e il giorno dopo dimenticarsene. Bisogna passare dalle parole ai fatti, il Terzo settore italiano si aspetta iniziative concrete. Ci auguriamo», conclude Fiaschi, «che Parlamento e Governo ci ripensino e ripristinino il provvedimento nella discussione in aula».

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