Salute

Nicoletta Mantovani scrive all’Aism

Debutto agguerritissimo per l'associazione CCSVI nella sclerosi multipla, che scrive una dura lettera all'Aism

di Sara De Carli

Un debutto aggueritissimo per l’associazione CCSVI nella sclerosi multipla, nata solo due mesi fa ma già forte di 20mila soci su Facebook. In due giorni, settimana scorsa, hanno spedito una lettera di diffida ad ACeSM, ovvero l’associazione degli Amici del Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che pubblica poche, inesatte e sommarie e superficiali informazioni sulla CCSVI e sull’intervento di angioplastica, mentre Nicoletta Mantovani, che ne è presidente onorario, ha scritto una lettera aperta al professor Gianluigi Mancardi, presidente del comitato scientifico di Aism, accusato di aver «penalizzato i malati» e di essere «entrato in modo giudicativo» nell’«inviolabile spazio tra il singolo medico e il singolo paziente» negando risolutamente, in un convegno, l’uso dell’angioplastica per i pazienti orfani di qualunque terapia farmacologica o che non rispondono a nessuna di esse, essendo le evidenze scientifiche sulla CCSVI «insufficienti».

Il giorno successivo, Mancardi ha risposto con una lettera pubblicata sul sito di Aism. «L’AISM e la FISM, in accordo con il prof. Zamboni stesso e con le due società scientifiche italiane che si occupano di Ecodoppler, insieme al Comitato Scientifico dell’AISM, stanno organizzando uno studio italiano molto ampio (più di 1500 pazienti) per verificare questa possibile associazione. Non si tratta quindi di un atteggiamento di chiusura, ma al contrario di un atteggiamento di verifica di un dato, valutato ora solo da pochi laboratori, su un’ampia popolazione di pazienti», precisa Mancardi.

Un intervento di angioplastica sui pazienti con SM «non sembra indicato al momento, almeno sul piano generalizzato. Lo studio terapeutico pubblicato dal prof. Zamboni  è uno studio, come si dice, di fase 1, cioè ha dimostrato che l’intervento è fattibile e verosimilmente non pericoloso, ma non può fornire informazioni accettabili dalla comunità scientifica sull’efficacia della procedura. Personalmente ritengo più opportuno, quindi, prima studiare l’eventuale associazione e solo dopo, se dimostrata, passare ad uno studio con un obiettivo di efficacia sia strumentale (Risonanza Magnetica) che clinico».

Infine Mancardi precisa che «queste posizioni  non sono assunte solo a titolo personale ma anche come Presidente del Comitato Scientifico dell’AISM. Non c’è nessuna volontà, come Lei dice nella Sua lettera, di “orientare pesantemente” i medici, ma, al contrario, è  dovere di un Comitato Scientifico prendere posizioni chiare sui diversi problemi che ogni anno compaiono nel mondo SM, nell’interesse di tutelare le persone con SM, informare l’opinione pubblica ed aiutare l’avanzamento della scienza e della ricerca nel mondo SM. Non c’è nessun atteggiamento di chiusura preconcetta nei confronti del prof. Zamboni, ma solo la precisa indicazione che anche in questo caso si devono seguire le regole della sperimentazione scientifica, come peraltro sempre anche richiesto dal prof. Zamboni stesso».

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