Cultura

Nichi Vendola: amo la patria, anzi la matria

"Amo la “matria”. Non un luogo dove si celebrano le virtù combattentistiche, ma dove si preserva la vita. O la si piange quando viene inutilmente distrutta".

di Ettore Colombo

Mentre il suo avversario non ne azzecca una (l?ultima di Raffaele Fitto è che contro di lui vorrebbe schierare «tanti soldatini: ci giocavo da bambino?»), Nichi Vendola – dopo la vera e propria ovazione incassata al congresso di Rifondazione a Venezia – si gode qualche ora di meritato riposo. Vita lo intervista su un tema delicato e doloroso, la morte di Nicola Calipari, per un uomo come il candidato dell?Unione in Puglia che sotto la ?custodia? di angeli un po? speciali, agenti di Pubblica sicurezza in divisa, ci vive tutti i giorni. Causa minacce della criminalità organizzata che lo perseguita da anni per la sua attività di denuncia delle infiltrazioni mafiose in terra di Puglia e non solo.
D?altra parte che Vendola sia un ?atipico? ormai non ne dubita più nessuno. Ha esortato gli uomini e le donne di Rifondazione così, a Venezia, Nichi, il rosso gentile: «Dobbiamo uscire dalla nostra casa per la giusta nostalgia delle cose che lasciamo ma con la curiosità di ciò che scopriremo. Dobbiamo essere un ?partito?, non un ?restato?». E ancora: «Dobbiamo costruire una cultura dell?accoglienza della vita e della responsabilità, occuparci della tutela della vita, della difesa del vivente. Sono un comunista creaturale: al primo posto per me non c?è l?ideologia, ma la creatura umana stretta dalla tenaglia tra l?integralismo e il suo gemello mercantile, il laicismo».
Vita lo cerca però, in questo caso, per farlo parlare di un «servitore della Repubblica», come lo ha definito il segretario di Rifondazione, Bertinotti, il dottor Nicola Calipari. «Uno di noi», come lo ha definito il quotidiano di Giuliana Sgrena, il manifesto. Come al solito, però, Nichi Vendola spiazza: i suoi sono giudizi pacati, mai emotivi. Anche se rilasciati il giorno dei funerali di un uomo che ha commosso tutta l?Italia.
Vita: Che cosa ti fanno venire in mente le immagini del pellegrinaggio di popolo alla camera ardente e poi ai funerali dell?uomo che è morto per salvare Giuliana Sgrena?
Nichi Vendola: Mi fanno pensare a un?idea non generica e non retorica di patria. Un?Italia migliore di quella cui troppe volte siamo abituati a pensare di è raccolta attorno all?altare della ?matria?, un luogo dove non si celebrano le virtù combattentistiche ma si cerca di curare la vita, di preservarla e dove la si piange, quando viene inutilmente distrutta. Il filo di commozione che unifica il Paese non è una generica idea dello Stato o delle Forze di polizia o dei servizi segreti ma l?esperienza diretta di un uomo servitore dello Stato, della Polizia e dei servizi la cui storia è scritta in un destino paradossale: liberando Giuliana, Calipari aveva già conquistato un ruolo nella storia dell?eroismo civile di questo Paese, ma ha fatto ancora di più, frapponendo il suo corpo a quello della Sgrena per proteggerla, mettendosi in mezzo, facendole da scudo al proiettile mortale e morendo al posto suo. Avremmo voluto festeggiare Giuliana senza piangere Nicola. Ma il sacrificio di Nicola ci dice di più: ci parla dell?orrore e del cinismo della guerra.
Vita: Fare ipotesi, allo stato, dei fatti è ridicolo. Ma tu cosa credi sia successo a Bagdad?
Vendola: Francamente, non credo che qualcuno, a Washington, abbia dato l?ordine di sparare. In ogni caso, che si sia trattato di una tragica beffa, come credo, o di un agguato, il problema è che gli apparati militari di qualsiasi Paese metabolizzano, specie quando si trovano in guerra, il peggio delle loro vocazioni, quella di artigiani della morte.
Vita: Tornando alle meschinità di casa nostra, il centrodestra accusa il centrosinistra di scoprire il senso dello Stato con qualche decennio di ritardo?
Vendola: Prendere lezioni di senso dello Stato da parte di ambienti che hanno votato e votano leggi ?ad personam? in continuazione mi sembra francamente troppo. In ogni caso, bisogna intendersi sul significato del termine ?senso dello Stato?. Se vuol dire scrivere regole che mettono in primo piano il bene comune e che tutelano la convivenza civile mi sta bene, se s?intende richiamo oscuro a una struttura che si attribuisce azioni che possono varcare la soglia della legge nelle tenebre e nell?inviolabilità, come nel caso degli 007 di Bush, mi fa paura, mi fa senso. Rifiuto ogni concezione dello Stato che soverchia la persona umana: toglie spazio a tutti.
Vita: Cosa dicono alla sinistra la figura e il sacrificio di persone come Nicola Calipari?
Vendola: A sbriciolare un?immagine stereotipata di apparati dello Stato e di intelligence che non sono dei nidi di vipere o che non lo sono necessariamente. Oggi piangiamo un funzionario dei servizi segreti come eroe di pace. Atteggiamento indicativo del fatto che vi sono più cose, tra cielo e terra, di quanto non credano le nostre convinzioni.

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