Welfare

New York non dorme mai… perché ha fame

Un'inchiesta tra le mense e le food bank scopre che un cittadino su cinque della Grande Mela non ha abbastanza denaro per mangiare. Ma non si tratta di homeless: a vivere in miseria sono soprattutto donne e famiglie con bambini. Le strutture caritative, oltre 1000, nel 2013 avevano finito le scorte già a novembre. E il governo taglia i buoni pasto

di Gabriella Meroni

Un cittadino di New York su cinque non ha da mangiare, e deve ricorrere alle mense per i poveri e alle food banks per sopravvivere. I numeri della povertà nella Grande Mela capovolgono l’immagine scintillante che tutti abbiamo negli occhi, per rivelarne un’altra: 1,4 milioni di persone ricevono aiuti alimentari, i punti di distribuzione di pasti o generi alimentari gratuiti in città sono oltre 1000, i poveri assoluti sono aumentati di 200mila unità in cinque anni, i percettori di buoni pasto (food stamps) sono passati da 1,3 milioni del 2008 a 1,8 milioni di oggi. Oltretutto, per colpa dei tagli al sociale decisi dal governo, i buoni sono stati ridotti in media di 30-50 dollari al mese, passando da 220 a 190 dollari o meno. Una vera miseria.
I giornalisti del New York Daily News hanno fatto un giro tra le principali organizzazioni che si occupano di assistenza alimentare, e descrivono un quadro impressionante. Alla mensa cattolica Our Lady of Grace del Bronx, per esempio, gli utenti sono aumentati del 100% da novembre a marzo. E si incontrano soprattutto lavoratori, come un padre di famiglia che guadagna 24mila dollari l’anno, la moglie 8000, ma hanno quattro figli e un affitto di 1200 dollari al mese. Risultato: zero soldi per mangiare. Una situazione che però affligge soprattutto le donne, che rappresentano il 64% degli utenti dei programmi alimentari newyorchesi, mentre gli homeless, al contrario di quanto si potrebbe pensare, rappresentano una minoranza.
Così mense e food bank sono in difficoltà: l’85% ha visto un aumento degli assistiti a fronte di forniture alimentari rimaste pressoché uguali; il 50% ha esaurito le scorte di cibo del 2013 in novembre e il 25% ha dovuto servire razioni minori.
 


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