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Neuropsichiatri: allarme suicidio tra i giovani

Lo dicono i neuropsichiatri dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' e della Societa' Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (Sinpia), al Congresso di Modena

di Benedetta Verrini

E’ allarme suicidi e autolesionismo tra i ragazzi italiani: un fenomeno in crescita, in Italia largamente sottostimato. Lo dicono i neuropsichiatri dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ e della Societa’ Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), al Congresso di Modena, dedicato proprio al disagio mentale nell’eta’ evolutiva. ”Molti comportamenti a rischio dei ragazzi italiani nascondono una forte distruttivita’ – dice il professor Ernesto Caffo, presidente del Congresso – che segnala una sofferenza mentale che non sempre viene colta”. E Lodovico Perulli, neuropsichiatra a Venezia, disegna la realta’ corredandola di cifre. ”Sono cifre sottostimate ma che comunque – dice Perulli – dimostrano che il pianeta suicidi, tentativi di suicidio e intenzioni suicidarie e’, purtroppo, affollato. In Italia, ogni centomila ragazzi fra 15 e 24 anni, si tolgono la vita in 7 mentre e’ di 1,4 l’incidenza fra le ragazze. Se si guardano i tentativi di suicidio, i maschi diventano minoranza: 300 maschi ogni centomila abitanti contro 600 ragazze. Ma c’e’ un altro dato che deve far riflettere: l’intuizione suicidaria. In Italia un ragazzo su quattro e una ragazza su tre pensano al suicidio. Ogni 4 giovani con intenzioni suicidarie, uno ci prova a togliersi la vita; in maggioranza le donne. Ogni 4 giovani che hanno tentato il suicidio, uno ci riprova. Fra le modalita’ di suicidio, al 90 per cento l’avvelenamento da farmaci o da altre sostanze, poi il taglio delle vene, il gettarsi giu’ da un ponte o da una finestra, l’impiccagione e il soffocamento. I fattori di rischio alla base di un suicidio sono il divorzio traumatico in famiglia, la violenza fisica e l’abuso sessuali subiti dal soggetto, la depressione cronica di uno dei genitori e il consumo di alcol e di droghe”. Myron L. Belfer, Direttore della Divisione Infanzia e Adolescenza dell’Oms, dice che ”il fenomeno dei suicidi e dei tentativi di suicidio e’ molto vasto ma purtroppo e’ poco indagato. Quando c’e’ un incidente stradale con una sola persona a bordo, con l’auto che finisce contro un palo o un muro senza che ci siano passanti, deve nascere il sospetto che si tratti di un tentativo di suicidio”. Belfer invita a prestare attenzione nei pronto soccorso per scoprire se un incidente non nasconda un tentativo di suicidio e invita i genitori a non sottovalutare alcuni segnali quali l’eccessivo rinchiudersi del giovane in se stesso, il continuo ripetere che il domani non offre prospettive, l’improvviso cambiamento del carattere e poi un’ altrettanto improvvisa euforia. Nella donna c’e’ un segnale in piu’: la tendenza a bere in modo esagerato. ”Dietro a molti comportamenti anomali di un ragazzo – commenta Caffo, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’ Universita’ di Modena e Reggio Emilia, fondatore e presidente di Telefono Azzurro – si nasconde una volonta’ distruttiva che a sua volta nasconde un disturbo dell’umore non riconosciuto e non trattato. Questo vale anche per molti comportamenti di dipendenza dalle nuove sostanze che vengono usate come auto-cura con effetti devastanti per le competenze mentali dei giovani. Bisogna pero’ arginare il fenomeno e sviluppare nuove competenze nell’ambito di tutte le professioni coinvolte con i ragazzi per cogliere precocemente i segnali di pericolo e sviluppare nelle situazioni piu’ negative interventi mirati. Si deve cercare di riadattare il ragazzo al contesto sociale e al tessuto familiare”. I suicidi in Europa Ogni centomila giovani fra i 15 e i 24 anni, secondo l’Oms, 36,6 maschi si tolgono la vita in Finlandia e 8,4 femmine; in Austria 25,8 maschi e 3,8 femmine; in Francia 15,2 maschi e 4,6 femmine, in Islanda 14,2 maschi e 3,0 femmine; in Danimarca 13,4 maschi e 2,3 femmine; in Svezia 13,3 maschi e 5,2 femmine; in Germania 13,3 maschi e 3,9 femmine; nel Regno Unito 13,0 maschi e 2,2 femmine; nei Paesi Bassi 10,4 maschi e 2,4 femmine; in Spagna 7,3 maschi e 1,8 femmine; in Italia 7,1 maschi e 1,4 femmine; in Grecia 4,4 maschi e 0,8 femmine; in Portogallo 4,3 maschi e 3,0 femmine.

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