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Nestlé doubleface: ecoansia in Italia, zucchero in Thailandia

I due volti del colosso svizzero del food: mentre le acque Sanpellegrino sostengono in Italia un'associazione che si preoccupa di come il cambiamento climatico turbi il sonno dei bambini, una ong britannica scopre che c'è più zucchero nei prodotti con lo stesso marchio (Ceralac, Nido) venduti nei Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli distribuiti in Europa. La multinazionale nega: «Ci atteniamo alla regolazione locale». Dalla newsletter riservata agli abbonati di VITA, ProdurreBene

di Giampaolo Cerri

«Il 95% tra bambine e bambini intervistati si dichiara preoccupato per il futuro dell’ambiente e più di uno su 3 (40%) riferisce di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo e di aver fatto fatica a dormire o mangiare a causa di questo pensiero». La onlus Scuolattiva ha condotto questo studio «unico nel panorama scientifico internazionale», assicura una nota, per il progetto “A Scuola di Acqua” che la Sanpellegrino, parte del Gruppo Nestlé, sostiene da nove anni. Unico perché in nessun altro Paese, forse, se la sono sentita di andare a chiedere ai bambini fra i 5 e gli 11 se non dormivano di notte per il climate change.

La onlus lo ha fatto in collaborazione con Triplepact, società benefit, e «sotto la supervisione scientifica» del Laboratorio di psicologia della Salute dell’Università di Pavia. Con le interviste web del metodo Cawi – evidentemente con l’assistenza degli insegnanti – hanno risposto in mille bambini.

Le paure del climate change

«In sintesi», prosegue la nota, «lo studio ha evidenziato un profondo legame emotivo dei più piccoli con il futuro del pianeta, contraddistinto da preoccupazione, tristezza e rabbia».

La presidente di Scuolattiva, Simona Frassone, non nasconde il suo entusiasmo: «Abbiamo toccato con mano una profonda sensazione di disagio e paura cronici legata agli effetti del riscaldamento globale, che può influenzare la salute mentale dei bambini. Siamo molto orgogliosi di essere, insieme a Sanpellegrino, all’Università di Pavia e Triplepact, i primi in Europa a dare un contributo scientifico sul fenomeno per il target dei bambini delle scuole primarie».

Per Fabiana Marchini, head of sustainability del Gruppo Sanpellegrino, «lo studio realizzato dall’Università di Pavia aggiunge, quindi, un nuovo tassello a questa iniziativa mostrando la preoccupazione dei bambini per il futuro del Pianeta, insieme alla convinzione che il loro contributo possa fare la differenza».

Intanto in Asia

Sarà forse per combattere l’ecoansia che, secondo la ong britannica Public Eye, Nestlé aggiunge gli zuccheri nei suoi prodotti, pappe per l’infanzia (Ceralac e Nido), destinati ad alcuni grossi mercati del Sud del mondo? Fino a sei grammi di zucchero aggiunto per porzione di Ceralac in Thailandia contro gli zero della Gran Bretagna e della Germania.

Dal Rapporto di Public Eye

Scrive Business Today che la multinazionale svizzera detiene il 20% del mercato globale dell’alimentazione per bambini che varrebbe 70 miliardi, di cui 2,5 realizzati proprio dalla performance di vendita dei questi due marchi.

Dalla Svizzera, il gruppo nega: «Ci atteniamo alla regolazione locale».

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La foto in apertura è dell’Agenzia LaPresse.


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