Non profit
Nessuna pena alle donne che abbandonano il proprio figlio
La segnalazione salva la vita del bambino ed evita la condanna della madre
di AiBi
Un’altra gravidanza nascosta da una giovane mamma terrorizzata: una scatola di cartone con dentro un minore appena nato, una telefonata di segnalazione, le forze dell’ordine sguinzagliate alla ricerca del neonato.
Una storia come tante altre, questa volta a lieto fine con il ritrovamento del bambino ancora in vita.
Ma non è ancora finita, è da qui che parte l’accanimento, la ricerca di un colpevole che deve pagare per l’abbandono di un bambino e del suo tentato omicidio. Una giovane mamma 17enne è identificata come il mostro, nonostante avesse avvertito di aver lasciato il bambino vicino ad un cassonetto.
Ma l’Italia non ha voglia di ascoltare le paure e la disperazione di una donna che decide di non prendersi cura di suo figlio. La ragazza è colpevole senza alcuna attenuante, anche se una sua segnalazione ha permesso di non far morire il neonato.
Come restare indifferenti agli appelli di una madre, nella maggior parte dei casi vittima più che artefice di una scelta?
Griffini, presidente di Amici dei Bambini, sostiene: «Abbiamo tre proposte per porre rimedio al frequente abbandono dei minori: bisogna depenalizzare le madri che avvisano in tempo utile di aver abbandonato il proprio bambino, prevedere delle culle termiche presso gli enti di volontariato specializzati nella difesa dei diritti dell’infanzia ed infine attivare in ogni quartiere delle famiglie che diventino delle “antenne sociali”, capaci di segnalare e col tempo prevenire situazioni di rischio, sostituendo o affiancando il lavoro dei servizi sociali.»
«Il problema di un bambino abbandonato in un cassonetto non si risolve condannando il proprio genitore in una aula di tribunale -prosegue Griffini-, una donna che nasconde una gravidanza deve essere accompagnata ed accolta, non certo braccata dalla giustizia. Questa è l’unica strada per salvare la vita ad altre mille bambini che rischiano di morire prima ancora di nascere.»
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