Welfare

Nessuna estradizione,ma si può andare in comunità

Detenuti fine pena, non possono essere espulsi

di Redazione

Sono straniero, per la precisione polacco, da più di tre anni detenuto in carcere. Nel 1998 è stata abolita la legge che dava la possibilità di essere espulsi verso il Paese d?origine nel caso alla fine della pena mancassero tre anni. In Italia io non conosco nessuno, non ho famiglia grazie alla quale potrei godere del diritto alla semilibertà o ad altri diritti di cui possono godere, invece, i cittadini italiani. Ma se anche trovo un lavoro o un appoggio, il giudice rifiuta. Mi chiedo: la legge è uguale per tutti? Sento dire dalla tv e dai giornali di queste innovazioni sull?immigrazione: sanatoria, accoglienza, possibilità di fare ricorso in caso di espulsione. Ma io che invece chiedo l?espulsione, cosa devo fare e a chi devo rivolgermi? D.Z (Bl)(e:mail) Risponde Ass Casset operatore Telefono Mondo Innanzitutto per quanto riguarda il problema dell?espulsione, è vero che la nuova legge sull?immigrazione non prevede più (come accadeva invece prima), la possibilità per gli stranieri, condannati a pene lievi, o nel periodo finale della pena, di essere espulsi in alternativa alla detenzione. Ciò, soprattutto quando essi venivano condannati per uno dei delitti previsti dagli articoli 380 e 381 del Codice di procedura penale. Pensando poi alle altre domande poste vorrei assicurare il lettore (di cui purtroppo abbiamo dovuto tagliare la lettera per esigenze di spazio), che la legge in Italia è uguale per tutti, e che si applicano anche agli stranieri le misure alternative alla detenzione, nei casi previsti dalle norme in materia. Il problema di fondo per il quale credo, che il giudice le nega la libertà vigilata o altri diritti previsti, non è da attribuirsi al fatto che lei sia cittadino straniero, ma piuttosto, proprio perché, come lei stesso dice, non ha nessuna famiglia né domicilio stabile in Italia, che sono le condizioni essenziali per poter usufruire di quelle misure. Le suggerisco quindi di rivolgersi agli educatori o al servizio sociale interno al carcere, per cercare insieme a loro la soluzione migliore possibile. Attraverso questi, le consigliamo di tentare di prendere contatto con le associazioni o con le cooperative sociali della zona di Belluno che si occupano dell? inserimento lavorativo dei detenuti, e con le comunità che possono offrire eventualmente l?inserimento in alloggi. Infatti, in questo modo, trovato un lavoro e un alloggio esterno, lei potrebbe avere le condizioni necessarie perché il giudice possa nuovamente valutare il caso. Questa volta probabilmente in modo positivo, e concederle finalmente la semilibertà.


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