Cultura

Nero fuori, granata dentro. Viva Ogbonna, il mio capitano

Il ritratto del nazionale firmato da chi lo segue tutte le settimane

di Redazione

Che un paio d’anni fa Angelo Ogbonna fosse nostro capitano mentre altri cantavano «un negro non può essere italiano», a me già faceva sentire bene. Era un altro modo con cui noi, tifosi granata, ci compiaciamo nel sentirci diversi. Di solito ci sentiamo originali grazie alla sfiga, questa volta potevamo invece apprezzare l’essere migliori di altri sul piano nobile dell’antirazzismo, vuoi mettere? Ma in fondo non c’è da sorprendersi: a noi tifosi del Toro che uno sia giallo, marrone, blu, rosa pallido o anche indaco frega poco. Un nostro calciatore dev’essere granata dentro, vale a dire che dev’essere uno che va in campo disposto a sputare l’anima, a correre finché non ne ha più, a rifiutare il cambio non perché vuole continuare a giocare ma perché non ha più fiato nemmeno per raggiungere il bordo campo. Se i nostri giocatori han tutte queste caratteristiche, noi li amiamo (beh, se sanno anche tirare calci al pallone meglio, ma non è indispensabile): non ci crea alcun problema il fatto che siano neri. Certo abbiamo un ottimo rapporto anche con i Bianchi, visti i gol stupendi che il capitano di oggi Rolando sta facendo quest’anno. Insomma, per noi bianchi e neri possono convivere meravigliosamente sul campo (è quando li vediamo tutti e due su una maglia, che ci sentiamo un po’ a disagio).
Ora Ogbonna è stato convocato in Nazionale, cosa rara per uno di origine africana, ma ancor più perché milita in serie B. Non ha giocato, ma è contento, e lo si può ben capire. Dice di sentirsi italiano ? ed è ovvio, visto che lo è, essendo nato in quel di Cassino ? e sente l’onore di vestire la maglia azzurra. Prendendo esempio da tanti commentatori sportivi italiani, cioè elargendo pareri tecnici su cose di cui non capisco assolutamente nulla, consiglio a Prandelli di impiegarlo davvero e frequentemente, perché la difesa italiana ha bisogno di essere rinnovata, e Angelo è un centrale veloce e attento come pochi. Lo dico a scapito dei nostri stessi interessi granata: Ogbonna è elemento decisivo per il Toro impegnato nel tentativo di ritorno in A, in Nazionale potrebbe stancarsi o addirittura farsi del male. Ma si sa, noi non siamo certo egoisti: da buoni torinesi, in nome del bene supremo nazionale sappiamo fare qualche sacrificio. Solo una cosa: nessuno venga a portarcelo via. E se proprio qualcuno dovesse farlo ? periodo ipotetico dell’irrealizzabilità ? per favore, che non sia la Juve. È già successo pochi anni fa con Balzaretti, altro difensore da noi molto amato (e pure lui finito in Nazionale). Può bastare, almeno per questo millennio.

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