Mondo

Nepal: scontri con morti e feriti

E' finita tragicamente, con tre morti e 40 feriti, la manifestazione di protesta contro re Gyanendra, a Katmandu

di Carmen Morrone

Dopo essersi raggruppati nei sobborghi migliaia di persone sono entrate nella capitale, in violazione del coprifuoco diurno. Ad attenderli c’erano centinaia di agenti di polizia che hanno sparato ad altezza d’uomo per disperdere la folla. Secondo fonti ospedaliere 12 feriti sono in gravissime condizioni; la loro situazione e’ resa ancor piu’ drammatica per la mancanza di medici, bloccati a casa dal coprifuoco. Ieri altre 4 persone erano rimaste uccise nel corso di scontri a fuoco a Chandragadi, nella parte orientale del Paese. In totale i morti dall’inizio della protesta, giunta al quindicesimo giorno di sciopero generale, sono 18. La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno in Nepal e secondo alcuni diplomatici stranieri il destino di re Gyanendra e’ segnato se non fara’ importanti concessioni. Una coalizione di sette partiti, alleati con i ribelli maoisti, chiede l’abdicazione del re, che nel febbraio del 2005 assunse i pieni poteri dando il ben servito al governo. Gyanendra giustifico’ il suo operato spiegando che l’esecutivo non era riuscito a porre fine alla rivolta dei guerriglieri maoisti, che a partire dal 1996 hanno fatto circa 13.000 vittime. La comunita’ internazionale sta seguendo con apprensione l’evolversi della situazione. In particolare l’India ha inviato nei giorni scorsi un delegato speciale nel tentativo di contribuire a trovare una soluzione alla crisi. Per calmare la piazza, nei giorni scorsi Gyanendra aveva proposto di far svolgere le elezioni nell’aprile del prossimo anno e ieri aveva fatto liberare due importanti prigionieri politici. Ma le forze dell’opposizione hanno respinto l’offerta e hanno ribadito che il monarca se ne deve andare.


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