Formazione

Nepal, lo schiavismo cancellato sulla carta

Un appello a favore delle popolazioni Kamaiya, senza terra e cibo

di Redazione

Il 17 luglio 2000, il governo del Nepal fece uno storico annuncio: dichiarò ufficialmente abolito il sistema di lavoro schiavistico dei Kamaiya, cui erano sottoposte circa 100 mila persone appartenenti all’etnia Tharu. Nonostante ciò, migliaia di ex schiavi oggi vivono senza alcun mezzo di sostentamento,. A partire dall’annuncio dell’abolizione, infatti, molti proprietari terrieri hanno iniziato a espellere dalle loro terre i lavoratori, anche se la legge consentiva agli ex schiavi di conservare l’abitazione e parte della terra da loro coltivata. I Kamaiya da allora vivono in campi profughi in cui mancano cibo e acqua, e le malattie uccidono decine di bambini la settimana. Si stima che circa 60mila persone oggi non abbiano una posto in cui vivere. L’estate scorsa il governo aveva annunciato che la legge di abolizione della schiavitù avrebbe anche cancellato i debiti dei lavoratori, tuttavia questo non è ancora avvenuto. E per quanto riguarda la possibilità di coltivare terre, ad oggi solo 800 famiglie Kamaiya hanno ottenuto un documento che attesta la proprietà di un piccolo appezzamento di terra, appena sufficiente alla sopravvivenza. Preoccupate della loro situazione attuale, e soprattutto di quella futura, migliaia di famiglie di ex schiavi hanno iniziato ad occupare terreni incolti per metterli a frutto. Si calcola che attualmente circa 7000 famiglie abbiano intrapreso la strada della lotta silenziosa, occupando per lo più territori demaniali catalogati come “foreste”. Il governo non è rimasto però indifferente, anzi: si moltiplicano le rappresaglie, anche violente, da parte delle autorità. Duemila famiglie che avevano costruito rifugi di fortuna nelle campagne del distretto di Bardiya, Nepal occidentale, hanno visto distruggere e bruciare le loro capanne da parte della polizia. Il testo del fax da inviare Ecco uno schema di lettera da inviare al ministro degli interni nepalese e al presidente Sher Bahadur Deuba. Illustri signori, scrivo per parteciparvi la mia preoccupazione circa la situazione dei Kamaiya in Nepal. Chiedo al governo del Nepal di assicurare a questo popolo quanto segue: 1) immediata assistenza sanitaria, acqua potabile e istruzione; 2) 10 katha di terra coltivabile per ciascuna famiglia; 3) la fine di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti dei Kamaiya che hanno occupato territori; 4) il rilascio di un documento di identità per ciascun Kamaiya; 5) l’introduzione di misure legislative per proibire di fatto, e definitivamente, la schiavitù in base a quanto stabilisce la convenzione n° 29 dell’Ilo sul lavoro coatto. Gli indirizzi cui inviare la lettera sono i seguenti: Mr. Khum Bahadur Khadka, minister for Home Affairs, e Mr. Sher Bahadur Deuba, Prime Minister, c/o Singha Durba, Kathmandu, Nepal. Il fax è +977 1 227 286 La versione inglese della lettera e altre informazioni al sito www.antislavery.org


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