Welfare
Neostatalisti. Bilancio di un governo poco liberale/4
Carceri, che cosa farà la casa delle Libertà. Il polo è spaccato. La sinistra anche, ma ora qualcosa si muove. Ecco cosa...
Le condizioni nelle carceri italiane non rispettano la dignità dell?individuo. Lo Stato ha il diritto di privare della libertà chi commette reati, ma non ha il diritto di privarlo della sua dignità». Parola di primo ministro, di solito non uso ad occuparsi di problemi del genere. Che rincara la dose, persino: «Bisogna fare qualcosa per migliorare le loro condizioni di vita e renderle più umane». S?è dovuto scomodare Silvio Berlusconi in persona, smentendo di fatto il suo ministro dell?Interno, l?ingegner Roberto Castelli, che quest?estate aveva pronunciato la frase «Costruiamo carceri, non alberghi».
Parlano, però, nella loro drammaticità, i numeri: 58mila detenuti presenti contro un massimo di 41mila previsti, secondo le stime effettuate dall?ultimo rapporto dell?associazione Antigone. Dal canto suo il ministro Castelli fornirà i suoi numeri sul pianeta carcere alla Camera dei deputati con un rapporto a largo raggio. Nuove carceri da costruire, potenziamento e ristrutturazione delle vecchie strutture è la sua (solita) ricetta.
Fronte trasversale
Il dato politico vero però è un altro: una parte della maggioranza di governo, An e Lega in testa, guarda come la peste eventuali provvedimenti di amnistia o indulto volti ad alleggerire il sovraffollamento. E anche esponenti influenti dell?opposizione sono dello stesso avviso, come il presidente del gruppo Ds alla Camera, Luciano Violante, che ancora martedì scorso si diceva «scettico e critico» sul tema. Ma in Parlamento c?è chi lavora per una soluzione, pur tra condoni, Finanziaria e leggi ad personam del Polo e terrore che i magistrati credano si stiano per avallare pericolose amnistie, in casa Ulivo.
«Una volta sgombrato il campo dalla Cirami, forse è la volta buona», dice Giuliano Pisapia, deputato indipendente del Prc (vedi box), sulle cui proposte si va formando un largo consenso. Sono state presentate, inoltre, altre due proposte d?indulto condizionato da parte del senatore Carlo Taormina e dei deputati Alfredo Biondi e Fabrizio Cicchitto, tutti e tre di Forza Italia, il deputato verde Paolo Cento ne avanza un?altra, i deputati diessini Pietro Folena e Vincenzo Siniscalchi pure. Intanto, il presidente della commissione Giustizia della Camera, l?avvocato Gaetano Pecorella, promette la calendarizzazione del dibattito dalla settimana in corso, e i contatti tra deputati dei diversi schieramenti proseguono e s?infittiscono, anche se sono in molti, come lo stesso Cento e il senatore Giovanni Russo Spena (Prc), a chiedere di «non illudere ancora una volta i detenuti», pur apprezzando e sottolineando «l?importante novità delle aperture provenienti da esponenti del Polo».
Forza Italia si muove
I radicali, che dal Parlamento oggi sono esclusi, hanno rilanciato la proposta avanzata nella scorsa legislatura dal senatore Piero Milio: snellire le pratiche per la concessione della libertà anticipata, ma anche gli sconti per buona e regolare condotta. «Come pure si potrebbero rendere più certe e applicabili le norme previste per la libertà condizionata, che potrebbero essere concesse a chi deve scontare ancora dai 2 ai 5 anni di pena, nel caso però di reati non gravi e verificando che il condannato abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento», spiega a Vita Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia e deputato della Cdl. Certo, Bondi è prudente, ma ricorda che «la Casa delle libertà ha preso un impegno in tal senso, nel suo programma elettorale: costruire nuove carceri va bene, ma anche fare in modo che il trattamento dei detenuti sia umano. E, punto cui tengo particolarmente, impedire la promiscuità tra condannati a pene diverse per età, reato, durata della pena. Per non parlare della vergogna dei tossicodipendenti tenuti in carcere».
Parole sagge, specie se si pensa alla dura estate vissuta nelle carceri italiane. Come sarà l?inverno?
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