Bossi arriva a Teano e Bassolino parte da Eboli. Berlusconi fa la crociera e D?Alema rimane in banchina. Anche Pannella e la Bonino non sanno più come fare: oggi a destra domani a sinistra, un?ora con Fini, un?ora con Cossutta. L?unico apparentemente fuori dai giochi è Bertinotti, che denuncia, annuncia, rinuncia ma alla fine, se i suoi non saranno eletti, farà sicuramente la funcia, il broncio.
Cambiano i numeri e qualche artista, ma il Barnum elettorale da noi è sempre lo stesso. Tutti disinteressati, tutti altruisti, tutti a lavorare per noi. Tutti pronti a scannarsi e subito dopo a mettersi d?accordo per voti che nessuno apparentemente vuole. Ma non importa: ancora una volta andremo alle urne, a votare inesistenti o banalissimi programmi, decidendo razionalmente o emotivamente il nuovo Paese elettorale. Mentre quello vecchio, quello chiamato reale, affonda nei suoi piccoli grandi problemi. Quelli che fino a oggi la politica si è guardata bene dal risolvere.
?Vita? non ha santini da distribuire, non per qualunquismo ma perché la solidarietà non ha partito, anche perché se ce l?avesse probabilmente vincerebbe le elezioni, visto che gli italiani impegnati nel volontariato sono almeno cinque milioni. Secondo un sondaggio dell?Iref, i volontari stanno con il centrodestra (21%), col centrosinistra (23%) e con se stessi (13%). La maggioranza però (31%) dice di non sentirsi rappresentata da nessuno schieramento. Cioé da chiunque sia disposto a rappresentarne lo spirito. Concretamente, però.
Ecco un buon modo per votare, per decidere chi mandare in Regione e chi lasciare a casa. Gli impegni concreti, le cose da realizzare per il Terzo settore, che sono poche ma importanti. Proseguire nella legge sulla sussidiarietà orizzontale, che privilegia le iniziative dei cittadini e delle formazioni sociali nei servizi di pubblica utilità. Valorizzare le organizzazioni del privato sociale in campo sanitario, per ridurre i costi ma soprattutto per creare un partner paritetico allo Stato. Tutelare l?infanzia con un piano regionale che evidenzi le metodologie di coinvolgimento di tutte le amministrazioni del privato sociale. Sostenere le cooperative concludendo la legge Bassanini, attuando cioè il fondo unico regionale per gli incentivi alle piccole e medie imprese cooperative. Preservare effettivamente il territorio e il paesaggio, abolendo ogni inquinamento chimico o pesticida dannoso alla salute. Istituire infine un ufficio regionale per la cooperazione internazionale, una cooperazione decentrata che sappia valorizzare chi da tempo vi opera elaborando strategie comuni con funzionari permanenti. Un assessorato in cui siano riunite le deleghe oggi sparpagliate in almeno tre uffici di competenza che spesso non si parlano.
Il volontariato che andrà a votare si baserà su questi fatti per decidere. Perché il volontariato come categoria sociale non esiste. Esistono i volontari, che sono uomini e donne, vecchi e giovani, ricchi e poveri, persone con cultura diversa che si uniscono tra di loro con un solo scopo: le cose da fare. In base alle quali giudicheranno tutto. Anche i politici.
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