Welfare
Nelle periferie il problema non è la legalità
Parla Claudio Bossi, vice presidente della cooperativa sociale La Cordata e presidente del Consorzio Sistema Imprese Sociali. «La responsabilità è esclusivamente politica. L'ultima politica vera per la casa l'ha fatta Fanfani. Senza giustizia sociale non si può parlare di legalità».
Ieri abbiamo raccontato il clima dei due quartieri milanesi in cui si stanno concentrando gli interventi delle forze dell'ordine: Lorenteggio e Giambellino. Un dialogo con persone esasperate e ormai insofferenti alle istituzioni. La sensazione è che le periferie siano polveriere pronte ad esplodere. Per provare a capire come si sia arrivati a questo punto abbiamo parlato con Claudio Bossi, vice presidente della cooperativa sociale La Cordata e presidente del Consorzio Sistema Imprese Sociali, esperto, tra le altre cose, proprio di politiche e servizi dell’abitare.
I quartieri popolari di Milano sembrano bombe ad orologeria. Come si è arrivati a questi punto?
Il motivo è abbastanza evidente. La situazione è arrivata a limiti intollerabili. Le risposte che non sono state date in termini di politiche abitative sono il vero cuore dl problema.
C'è chi nega portando ad esempio il Piano Casa di Lupi…
L'ultimo vero piano casa risale a Fanfani. È tutto in uno stato totale di abbandono. Negli ultimi 15 anni non c'è stata nessuna politica di orientamento sull'edilizia sociale. Oggi poi la situazione si aggrava con la crisi e arriva spesso a sfociare in atti violenti come quelli che abbiamo visto in questi giorni. Prima di commentare certe notizie bisognerebbe conoscere il fenomeno
Cioè?
Il Comune ha 22mile persone in lista di attesa per ricevere una casa. In queste ore è emerso che il dato definitivo sugli alloggi popolari vuoti è di 7500 unità. Direi che siamo di fronte ad un indice che testimonia la cattiva amministrazione. Non sto dicendo che è colpa di solo di Pisapia. Sto dicendo che è colpa di tutti quelli che hanno governato qui negli ultimi 20 anni, compreso Pisapia.
Ma com'è possibile che si sia fatto finta di nulla fino ad adesso e ora si assista alla deflagrazione?
L'assenza politica è stata da una parte drogata dalle aspettative immobiliari e dall'altra mascherata dal benessere. Oggi con la crisi si è arrivati ad una fase di rottura.
In molti puntano il dito sugli autonomi dicendo che l'escalation è causa loro…
Certamente bisogna dire che c'è la capacità di cavalcare, da parte dei centri sociali, un problema e un malessere esasperato presente da anni in città. Ma è anche chiaro che nel momento in cui i problemi vengono affrontati con questi di natura poliziesca è facile che gli abitanti si accodino anche a chi offre soluzioni violenti. Per perseguire posizioni più responsabili serve il dialogo
Il motivo per cui si manda la celere è la legalità, o almeno è questo quello che viene dichiarato. Che ne pensa?
Che si sta rispondendo ad un tema sociale trattandolo come fosse un problema di ordine pubblico. La legalità è un discorso successivo alla giustizia. Se prima non si fa giustizia sociale e non vengono garantiti i diritti delle persone è normale che diventa solo un problema di sicurezza. Ripeto, siamo di fronte all'esito di un percorso che ha dei responsabili.
Quindi lei non punta il dito contro gli abusivi?
A mio avviso gli occupanti non vanno bastonati. Soprattutto se si tratta di persone che occupano perché magari hanno perso il lavoro. Per capire chi è che sta occupando bisogna avere delle relazioni non mandare la polizia. Nelle popolari c'è molta più gente che non avrebbe diritto di starci di chi quel diritto lo ha davvero. Penso a chi ha visto cambiata la propria condizione economica. Pensiamo ad una famiglia con tre figli che ha avuto destinata la casa popolare 30 anni fa. Oggi sono rimasti solo in due perché i figli sono diventati grandi. non avrebbero più diritto, eppure, legalmente rimangono inquilini. Aler non fa mobilità all'interno delle case popolari. Nessuno controlla o censisce gli inquilini. Ora di fonte ad un tale incuria da parte delle istituzioni preposte come si fa a parlare di legalità?
Una domanda che facciamo sempre: Expo non è stato d'aiuto nel risolvere i problemi della città?
Si è costruito solo lusso, per un mercato, quando c'è, che è straniero. Si è costruito per guadagnare. Dovremmo invece cominciare a costruire per dare abitazioni. Siamo di fronte ad una bolla speculativa simile a quella spagnola. Siamo sommersi di edifici, anche nuovi, abbandonati. Le aziende edili falliscono perché non riescono a vendere. La proprietà passa alle banche che mettono il tutto in bilancio. Un enorme patrimonio edile che però si svaluta. Per questo non può essere venduto e rimane inutilizzato. La svalutazione intaccherebbe direttamente i bilanci. Un circolo vizioso che prima o poi dovrà esplodere.
Eppure in tanti nelle periferie si impegnano gratuitamente per provare a migliorare le cose. Tutto vano?
C'è stata e c'è ancora oggi una scarsa valorizzazione delle reti sociali che ci sono nei territori, proprio a cominciare dalle periferie. Non sono coinvolte né viste come risorse. Parlo di chi propone pratiche come il riuso o le ristrutturazioni sociali. Pisapia ad esempio mesi fa diceva di voler dare case alle persone con il compito di ristrutturare. Bellissimo. Ma è rimasta lettera morta e nessuno si è confrontato con chi queste soluzioni sul territorio le porta già
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