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Nelle città italiane tutti in piazza per e con Kiev

Milano, Roma, Napoli, Benevento ma anche Londra e altre città ancora. Il prossimo 10 luglio, alle 19.00, i cittadini attivi scenderanno in piazza per collegarsi con gli attivisti del progetto Mean che saranno a Kiev insieme alla società civile locale per un’azione europea non violenta e di solidarietà con il popolo ucraino

di Anna Spena

«Che bello, mobilitare le persone per la pace. Che bello per davvero». Le parole sono di don Giuseppe Gambardella, parroco della chiesa San Felice in Pincis di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Insieme agli attivisti locali e alla comunità ucraina del comune, il prossimo 10 luglio, alle ore 19.00, scenderà nella piazza San Felice del comune per collegarsi con gli attivisti del progetto Mean – Movimento Europeo di Azione non Violenta – che saranno a Kiev.

Mean è un progetto promosso da trentacinque soggetti nazionali della Società civile nato con l’idea di tenere viva la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non solo idealmente, ma concretamente, attraverso una mobilitazione di civili europei in Ucraina.

«Credo che la pace non possa essere delegata ai politici», continua don Giuseppe Gambardella. «Non ci rappresentino veramente e sento che è necessario che la società civile si riappropri di questo bisogno di fraternità e pace. Credo anche che la pace non si raggiunga con le armi e per questo insieme alle mia comunità vogliamo dare in nostro contributo. Ho parlato al consiglio pastorale, ai gruppi che mi conoscono e anche ai politici della città invitando chi vuole a venire. Con noi ci sarà anche la comunità ucraina che vive nel comune».

Milano, Pomigliano d’Arco, Marigliano, Bolzano, Avella, Napoli, Roma, Benevento, ma ancora Bergamo, Casagiove in provincia di Caserta, Brescia, Battipaglia, Milano e anche Londra. Queste sono solo alcune delle città che il prossimo 10 luglio saranno in collegamento con Kiev.

Due gli slogan che accompagneranno i momenti in piazza del 10 luglio e poi la marcia a Kiev prevista per il giorno dopo: “We are all ucrainians, we are all Europeans” e “Mor Arms for Hugs. No More Wars”. Perché come scrivono gli organizzatori: «Noi manifestiamo la nostra solidarietà sentendoci tutti “europei aggrediti” e per indicare che la strada della pace non può venire solo dal sostegno alla resistenza armata ma anche dal costante desiderio di costruire fraternità e sororità con le braccia che abbracciano (arms)».

L'azione non violenta a Kiev è stata anche presentata alla Camera dei deputati. E qui trovate un decalogo che spiega le ragioni della marcia non violenta. «Noi vogliamo la pace. Perciò parteciperemo all’evento del 10 luglio», dice Clelia Lucenti, volontaria del centro di accoglienza profughi ucraini “Don Orione”. «Non ho altre parole per dirlo. Dall’inizio dell’invasione abbiamo accolto 46 nuclei familiari, 119 persone. Ci riuniremo nel cortile della parrocchia di San Benedetto di Milano».

«In questa polveriera Europa, una parte del nostro mondo si sta armando fino ai denti per combattere una guerra di territorio che in definitiva è una guerra sui prossimi assetti geopolitici tra i poteri del mondo», ha spiegato Angelo Moretti, portavoce del progetto Mean. «Possiamo assistere semplicemente dal divano a questo scontro e lasciare che i militari trovino il migliore accordo, ma non avremo fatto un passo in più per cambiare questo contesto così pericoloso, che sembra aprire a scenari di guerre endemiche. Secondo gli attivisti del progetto Mean la società civile deve alzare la voce e ritornare a dire con forza, che un’altra Europa è possibile! E lo grideremo dall’Ucraina con gli ucraini, perché questo popolo martoriato è oggi la nuova vittima sacrificale, lo gridiamo mettendo in gioco i nostri corpi perché siamo europei e sentiamo che questa è una pace che ci riguarda tutte e tutti».

Il momento (ore 20 in Ucraina), prevedrà uno scambio festoso di canti, poesie, pezzi teatrali, per far arrivare forte e chiara la solidarietà degli europei non solo attraverso i governi, con le armi o le sanzioni, ma con un vero legame civile ed umano tra popoli, in nome della nonviolenza attiva. Tutti uniti dallo stesso destino di appartenenza all’Europa, di cui sia l’Ucraina che la cultura russa fanno parte.

L'elenco delle Piazze di Pace già definite o in via di definizione

Campania:

Pomigliano d'Arco, Parrocchia San Felice in Pincis. Saranno presento il Gruppo volontari Caritas, Gruppo “Abbi Cura”, Gruppo Legami di solidarietà e parte della comunità ucraina con vestiti caratteristici nazionali guidati dal loro sacerdote padre Vasil. Prevista la presenza di una delegazione del PD.
Napoli, Largo San Martino, nel quartiere Vomero-Arenella
Marigliano (Napoli), piazza Municipio, insieme con il sindaco, il Consiglio comunale e il vescovo.
Casagiove (Caserta), Parrocchia San Michele Arcangelo (Via Filippo Iovara, 107)
Benevento, Piazza Carlo Torre, , davanti alla Basilica di S. Bartolomeo
Battipaglia
Avella
(Avellino)

Lazio:

Roma, gli attivisti nonviolenti si raduneranno alle 19 nel cortile nella scuola Daniele Manin (plesso “Di Donato”, in via Bixio, 85), istituto simbolo di accoglienza e di pace.

Lombardia:

Milano, “Centro di Accoglienza Profughi Ucraini Don Orione Milano” – Parrocchia San Benedetto. Dalle ore 18 ci saranno le testimonianze di volontari e rifugiati e canti insieme agli amici in Ucraina
Milano, Centro di accoglienza per mamme e bambini ucraini, Casa della Carità (via Pusiano 22). Saranno presenti volontari, ospiti ucraini, don Virginio Colmegna e don Alessandro
Bergamo
Brescia

Puglia:
Manfredonia

Calabria:
Lamezia Terme

Trentino Alto Adige:
Bolzano

Inghilterra:
Londra, dalle 19 alla Chiesa di St. Peter's Italian Catholic Church in Clerkenwell, London, (136 Clerkenwell Rd, London EC1R 5DL)

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