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Nell’Artico il ghiaccio si scioglie quattro volte più veloce

Fino a qualche giorno fa nei rapporti scientifici e negli articoli sui giornali si diceva che l’Artico si stesse scaldando solo al doppio della velocità. Uno studio rivela che sta accadendo quattro volte più in fretta che nel resto del pianeta. Con gravi conseguenze ovunque

di Luca Cereda

Negli ultimi 43 anni le temperature nell'estremo nord della terra sono aumentate quattro volte più in fretta rispetto alla media globale. Un dato che non ha precedenti, visto che nei rapporti scientifici si era sempre messo in evidenza come l’Artico si stesse sì scaldando, ma al doppio della velocità rispetto al resto del pianeta. Non certo del 400% in più.

Gli ultimi dati

Nello studio più recente pubblicato giovedì sulla rivista Communications Earth & Environment e realizzato da scienziati dell’Istituto di meteorologia finlandese, è stata considerata tutta la regione che si trova a nord del Circolo polare artico, cioè a latitudini nord maggiori di 66°33’39”, dal 1979 al 2021. Uno altro studio, pubblicato il mese scorso su Geophysical Research Letters, ha preso in considerazione un periodo più lungo (dal 1969) e una regione più ampia (dal 65.mo parallelo in poi) ma è arrivato a conclusioni simili: quest'area si scalda quattro volte più rapidamente rispetto al resto del pianeta. Il fenomeno è ancora più grave in specifiche aree della regione artica. Ad esempio, le temperature stanno aumentando nel mare di Barents, a nord della Norvegia e della Russia: sette volte più velocemente rispetto alla media globale secondo l’Istituto di meteorologia finlandese.

L'amplificazione artica

Con l'espressione "amplificazione artica" gli scienziati indicano il maggiore aumento delle temperature nell’Artico. I primi a parlare di amplificazione artica furono il sovietico Mikhail Budyko e l’americano William Sellers, che pubblicarono due articoli considerati pietre miliari della climatologia. In questi due lavori svilupparono alcuni dei primi modelli climatici e, tra i risultati che ottennero, alcuni mostrarono che una piccola perturbazione avrebbe portato a un significativo riscaldamento dell’area artica a causa dell’elevata sensitività. Sarebbe però un errore grave pensare che un aumento delle temperature nell'Artico non abbia conseguenze anche sul resto del pianeta.

Le conseguenze

Innalzamento dei mari dunque, ma non solo. Un’altra conseguenza è lo scioglimento del permafrost, la parte del suolo che nelle regioni più fredde rimane perennemente ghiacciata: è un problema perché sciogliendosi provoca il rilascio di grandi quantità di anidride carbonica e metano, i due principali gas serra che diffusi nell’atmosfera aumentano il riscaldamento globale. I cambiamenti nell’Artico sono quindi una delle cause degli eventi atmosferici sempre più estremi che si manifestano ogni anno causando danni in tutto il mondo, secondo le ricerche scientifiche e i modelli più recenti. Se l’aumento delle temperature nell’Artico dovesse continuare ad accelerare, la sua influenza sul clima globale potrebbe peggiorare, ritengono i ricercatori dell’Istituto di meteorologia finlandese, e i modelli climatici per prevedere l’evolvere della situazione mondiale dovrebbero essere rivisti.

Nel mese di giugno di quest'anno il volume di ghiaccio perso nell'artico è di 17 mila chilometri cubi, quasi 2 mila volte in più della perdita record che ci fu nel 2017. Questo dà il senso dell'accelerazione del fenomeno.

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