Famiglia

Nella realtà virtuale il disabile trova la cura

Ambientazioni elettroniche per verificare lo stato delle patologie e per svolgere esercizi terapeutici. I primi esperimenti a Terni per il progetto finanziato dall’UeAmbientazioni elettroniche per ver

di Redazione

Realtà virtuale per le persone disabili. Non la squallida scorciatoia di proporre un mondo irreale per chi non può usufruire appieno di quello reale, bensì come futuristica metodologia sanitaria per chi è affetto da un qualche handicap fisico. Il progetto avvenieristico nasce dal professor Alberto Freddi, esperto di neurofisiopatologia, medicina fisica e riabilitazione, che lo aveva presentato circa tre anni fa presso la Scuola superiore Sant?Anna di Pisa; ora il progetto è pronto per le prime sperimentazioni, così come tutta la struttura tecnologica, che dovrebbe vedere un primo utilizzo su soggetti sani, quindi successivamente sui casi patologici. I primi dati raccolti verranno presentati e valutati tra qualche settimana al Congresso mondiale sulla riabilitazione che si tiene a Helsinki. La sede di queste prime attività di prova è l?Azienda ospedaliera di Terni, il cui direttore generale, Ciano Ricci Feliziani, ha in questi giorni presentato le metodologie che verranno sviluppate dal progetto. Si parte da un complesso macchinario in grado di ricreare, sia a livello visivo che tattile, grazie a tute e guanti dotati di sensori pneumatici, diversi ambienti virtuali. I pazienti affetti da patologie disabilitanti verranno immersi in queste ?realtà?, all?interno delle quali potranno muoversi indipendentemente dalla disabilità, allo scopo di monitorare l?andamento del danno fisico e del recupero di questo; inoltre, nell?ambiente virtuale, sarà anche possibile eseguire tutta una serie di esercizi terapeutici, altrimenti non effettuabili senza il mezzo tecnico. Il progetto del professor Freddi, proprio per la sua carica innovativa e per la funzionalità, è stato inserito all?interno del programma della Comunità europea denominato ?Tide?, con il conseguente finanziamento di circa due miliardi. A esso si sono rapidamente affiancati tecnici specializzati di ogni Paese europeo, a ulteriore conferma della bontà di questa direzione per la riabilitazione e la cura dell?handicap. ?


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