Salute

Nella giungla normativa l’inclusione è un miraggio

Aism Ecco perché il Fondo da solo non basta

di Redazione

Passare dall’integrazione all’inclusione delle persone con disabilità. È questo il motto del percorso, almeno per come lo vede Roberta Amadeo, presidente di Aism – Associazione italiana sclerosi multipla.
Vita: Cosa cambia?
Roberta Amadeo: Si tratta di una differente configurazione dei diritti delle persone con disabilità, secondo i principi sanciti dalla Convenzione Onu, che spero l’Italia ratifichi presto. Per l’Italia si tratta di costruire un sistema normativo nuovo e organico, che seguendo il faro dell’inclusione rimetta insieme, in modo armonico, le tessere che ad oggi sono disposte sul tavolo un po’ alla rinfusa.
Vita: Quali sono le priorità?
Amadeo: Nel 2006 è stato finalmente istituito il Fondo per la non autosufficienza, che le associazioni chiedevano da anni. Quest’anno il ministro Ferrero l’ha portato a 300 milioni di euro, nel 2009 sarà di 400 milioni: però secondo la Fish, cui noi aderiamo, la dotazione necessaria sarebbe di 1 miliardo di euro. Ma al di là dei soldi, era interessante il disegno di legge che inquadrava il fondo in una cornice più strutturata e introduceva finalmente i Liveas.
Vita: Altre battaglie?
Amadeo: L’Isee dovrebbe basarsi sul patrimonio personale, non su quello famigliare. E nei Lea va chiarito che per la sclerosi mutipla i ricoveri in caso di urgenza e gravità possono essere necessari.


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