Famiglia

Nella gara della vita con una marcia in più

Josefa Idem

di Redazione

Sette olimpiadi, 6 ori, due figli, 45 anni, una carriera ventennale. Josefa Idem, campionessa mondiale e olimpica nella specialità del K1 (kayak individuale), ha iniziato la sua carriera sportiva nella natìa Germania, ma dal 1990 vive e gareggia a livello internazionale per l’Italia. Sta già preparandosi per i prossimi giochi (Londra, 2012) ma, fra un allenamento e l’altro, trova il tempo per fare la testimonial di Ail (che dal 27 al 29 marzo sarà in piazza per il tradizionale uovo di Pasqua per sostenere la ricerca sulle leucemie). «Mi ritengo una persona estremamente fortunata e voglio ricambiare parte della mia fortuna», si schermisce.
Vita: Un impegno lodevole?
Iosefa Idem: Tutti potremmo essere colpiti. Ma al di là di questo, lo faccio volentieri. Tante volte questo impegno si limita a dare la mia immagine. Sa, spesso con tutta la fortuna che abbiamo continuiamo a piangerci addosso. Impegnarsi aiuta a ritrovare il senso della misura.
Vita: Secondo lei, le donne rendono più semplice la coesione?
Idem: Conosco delle donne che hanno dedicato tutta la vita ai figli e alla famiglia, rinunciando a carriere prestigiose. È chiaro che questa loro presenza è diventata una sicurezza.
Vita: Vale anche a livello sociale?
Idem: La donna crea più coesione perché è l’altra metà del cielo, un altro modo di vedere le cose, un’altra angolazione direi indispensabile. Purtroppo nella maggioranza dei Paesi, di questo non si tiene conto. In Norvegia le imprese sono obbligate ad avere il 40% di donne nei consigli d’amministrazione. Egualmente in Parlamento. Qui non succede.
Vita: Sarebbero utili le quote rosa?
Idem: Assolutamente sì.
Vita: Com’è organizzata la vita della sua famiglia?
Idem: Io mi occupo della casa, dei bambini, del mio allenamento. Mio marito degli allenamenti, degli sponsor. Dopo tutto, una divisione molto classica.
Vita: Cosa pensa dell’8 marzo?
Idem: È una data importante, un’occasione per ricordare, per fare bilanci, per parlare dei diritti. Purtroppo tante volte interpretata in modo lontano dal suo significato originale. Ma certo il suo senso non è andare fuori e fare le cose che fanno gli uomini quando non sono osservati. Queste feste sfrenate, in cui la donna fa finta di essere un uomo senza l’attributo. Cose che non concepisco.


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