Welfare

Nella fucina del nuovo welfare ambrosiano

Comune, imprese sociali e aziende for profit: con “Milano Sei l’Altro” il capoluogo lombardo sta sperimentando un modello che farà scuola

di Diletta Grella

«I temi dell’armonia tra lavoro e famiglia e della vulnerabilità economica e sociale di un numero crescente di persone sono cruciali oggi. È per questo che abbiamo deciso di spenderci all’interno di Milano Sei l’Altro, partendo proprio da una riflessione su come rispondere in modo nuovo a questi bisogni», spiega Maria Grazia Campese, presidente di Spazio Aperto Servizi, una cooperativa sociale della rete Cgm, costituita nel 1993, che gestisce servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi a Milano e nell’hinterland.

Il progetto, finanziato dal bando Welfare in Azione di Fondazione Cariplo, è triennale (2016-2019), si svolge nei Municipi 4 e 6 di Milano, e coinvolge alcune imprese sociali attive in tali territori (in particolare il Consorzio Sistema Imprese sociali SIS, Spazio Aperto Servizi, Spazio Aperto, A&I, Comunità del Giambellino, La Cordata, Welfare Milano – Solari 6) e la Fondazione Eni Enrico Mattei. Partecipano anche alcune grandi aziende e piccole e medie impre- se del territorio, oltre alla comunità locale. Partner strategico è il Comune di Milano.

«L’obiettivo», continua Campese «è quello di mettere in rete tutti questi attori, perché si attivino spazi di dialogo e di relazione inediti. Vogliamo creare nuove opportunità per facilitare la vita delle persone in termini di conciliazione e rileggere il tema della vulnerabilità, consapevoli del fatto che ci troviamo davanti a bisogni complessi e sfaccettati, riguardanti fasce di popolazione sempre più ampie, difficili da intercettare».

Si tratta di un progetto molto articolato, che prevede diverse linee d’azione: «Per quanto riguarda le grandi imprese, ci stiamo impegnando insieme a loro per valorizzarle come soggetti attivi sulle politiche di welfare (alla luce anche delle recenti normative in termini di welfare aziendale) e come promotori di iniziative che impattino in modo positivo sullo sviluppo del territorio di appartenenza, creando oltretutto occasioni per il loro business».

«Interessante per esempio è il lavoro che stiamo portando avanti con Poste Italiane» prosegue Francesca Savi, project manager di Milano Sei l’Altro. «Stiamo infatti collaborando alla creazione di un ciclo di workshop, dal titolo “Pensiamoci ora”, che coinvolge persone con familiari anziani e/o non autosufficienti, sia interne che esterne all’azienda, per progettare soluzioni legate alle problematiche di non autonomia della terza età, da diversi punti di vista: socio-sanitario, economico ed abitativo. Con Intesa Sanpaolo, invece, ci siamo dati l’obiettivo di co-progettare dispositivi bancari volti a predire situazioni di vulnerabilità per affrontarle precocemente, con la collaborazione delle organizzazioni del territorio».

Gli aspetti positivi di progetti di questo tipo sono notevoli, sia per l’azienda che per i cittadini. Le aziende beneficiano di un maggior riconoscimento a livello locale, ma anche di una valorizzazione delle risorse interne, di una prevenzione dei rischi a cui potrebbero andare incontro dipendenti e clienti, e dello sviluppo di una politica di welfare aziendale. I cittadini, d’altro canto, possono venire a conoscenza di soluzioni che potrebbero aiutarli ad a rontare il momento delicato della terza età.

Ma anche le piccole e medie imprese hanno un ruolo chiave in Milano Sei l’Altro. Basti pensare al percorso di “cooperative di Comunità” denominato ChiAma il Giambellino, che vuole sperimentare l’avvio di un’impresa di comunità, per offrire servizi in risposta a fabbisogni del territorio, mettendo attorno allo stesso tavolo gli abitanti, gli imprenditori e le organizzazioni sociali del quartiere della periferia milanese del Giambellino — Lorenteggio.

Merita un focus poi il progetto “Isole di Wendy”: esercizi commerciali e micro imprese territoriali vengono invitati a diventare punti di riferimento per chi ha bambini piccoli e necessità di un luogo dove fermarsi per allattare, cambiare un pannolino o trovare altri genitori con cui confrontarsi. Queste attività commerciali, da un lato, hanno modo di farsi conoscere e apprezzare da potenziali nuovi clienti e dall’altro svolgono un ruolo sociale molto importante: si trasformano in antenne territoriali, capaci di intercettare le necessità dei cittadini e di portarle all’attenzione delle coope- rative sociali, che possono così innescare processi di coproduzione con gli stessi “portatori di bisogno”, per individuare insieme soluzioni adeguate. All’interno di queste attività commerciali si organizzano incontri che sono un’occasione di confronto tra le persone. Nascono relazioni umane, da cui scaturiscono idee e progetti. Fondamentale, ovviamente, in Milano Sei l’Altro, è il ruolo delle imprese sociali, chiamate a raccogliere tutti gli stimoli e a trasformare la conoscenza dei bisogni della comunità in patrimonio comune, per costruire percorsi che valorizzino tutte le risorse del territorio.

«Il nostro obiettivo» conclude Campese «è che Milano Sei l’Altro da progetto diventi un processo che possa appartenere all’intera città. E che crei un’abitudine al dialogo continuo tra soggetti molto diversi tra loro, ma tutti corresponsabili delle politiche di welfare e decisivi per l’impatto che queste generano sullo sviluppo dei territori».

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