Famiglia

Nella curva dell’Auditel il declino Rai

Ascolti da record per La7 in occasione della manifestazione per la pace del 15 febbraio.

di Riccardo Bonacina

Lo scorso 16 febbraio la deriva della radiotelevisione pubblica, volgarmente detta RaiTv, ha ufficialmente lanciato nell?orbita dell?audience e della considerazione il terzo polo televisivo. La7, il brutto anatroccolo che provava a diventare cigno dal lontano agosto 2000 senza mai riuscirci, si è alla fine alzata in volo. Quello che non era riuscito a Roberto Colaninno e Lorenzo Pellicioli, prima, e a Tronchetti Provera poi, è riuscito a Baldassarre, Albertoni e Saccà, i dirigenti Rai i cui compensi sono spesati anche dal nostro canone. Quel che resta di una testa aziendale ormai completamente solitaria, abbandonata persino da chi li aveva nominati. «Il Parlamento non è una foglia di fico per le inadempienze di chi dirige la Rai», aveva tuonato il presidente della Camera, Casini.
Il giorno della grande manifestazione per la pace è stato per La7 un pomeriggio davvero storico: la rete, nella fascia pomeridiana 15/18 ha totalizzato uno share del 9,15% classificandosi al quarto posto (quasi affiancata a Raidue che si classifica al terzo posto) tra le sette reti monitorate dall?Auditel. Addirittura, alle 15,45, nel pieno della cronaca della manifestazione, La7 è la seconda rete più vista subito dopo Canale 5 (quasi il 12% di share e 1.500.000 telespettatori). Un record assoluto regalato dall?insipienza di un consiglio d?amministrazione a due piazze e dai veleni che ormai inquinano i rapporti anche personali tra presidente della Rai e direttore generale. Un record degli ascolti per la tv di Tronchetti Provera ottenuto proprio sul terreno della rappresentazione viva delle forze sociali, civili e culturali del Paese. Per questo, il pomeriggio storico de La7 coincide con la più nera delle giornate Rai della storia più recente. Ma che razza di pluralismo politico e sociale potrà mai garantire questa dirigenza? La responsabilità di una risposta reale e leale tocca ora anche a chi li ha nominati e non li sostituisce.

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