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Nel Trattato Italia-Francia il Servizio civile

Sono felice che il seme gettato più di cinque anni orsono - e rimasto infruttuoso per le alterne vicende politiche dei governi di Italia e Francia - abbia trovato piena e più autorevole consacrazione in un vero e proprio trattato di rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi

di Luigi Bobba

“Nel quadro del Servizio civile universale italiano e del servizio civile francese e sulla base di una cooperazione tra le agenzie e gli enti governativi incaricati della gestione dei due programmi e delle opportunita’ di mobilita’ giovanile, le Parti istituiscono un programma di volontariato italo-francese intitolato servizio civile italofrancese. Esse esaminano la possibilita’ di collegare questo programma al Corpo europeo di solidarieta’”.

È quanto si legge all’art.9 del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata tra Italia e Francia firmato oggi al Quirinale. Parole che rievocano chiaramente la dichiarazione di intenti – siglata dal sottosegretario Sandro Gozi e dal sottoscritto, in quanto titolare della delega sul Servizio civile durante il Governo Renzi, – nel corso dell’incontro bilaterale tra i due governi tenutosi a Venezia l’8 marzo del 2016. I due Paesi – recitava la dichiarazione di intenti del 2016 – “favoriscono il rafforzamento della loro collaborazione nel settore del servizio civile” e a tal fine “intendono sviluppare un progetto pilota sperimentale per la mobilita’ dei giovani nel quadro del Servizio civile, basato sui valori di liberta’ e democrazia negli ambiti della solidarieta’, del sostegno ai rifugiati…..”. Il documento ipotizzava che il progetto coinvolgesse 100 giovani volontari – 50 per ciascuno dei paesi – in modo da realizzare un esperimento di servizio civile bi-nazionale come primo passo verso una sorta di Erasmus del Servizio civile.

Sono felice che il seme gettato piu’ di cinque anni orsono – e rimasto infruttuoso per le alterne vicende politiche dei governi di Italia e Francia – abbia trovato piena e piu’ autorevole consacrazione in un vero e proprio trattato di rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi. Allora si era fatto fatto un lungo lavoro di preparazione con il Ministro per le citta’, la gioventu’ e lo Sport del governo francese, Patrick Kanner ; e quel lavoro – rimasto incompiuto – ha ispirato sicuramente la scrittura dell’art. 9 del Trattato firmato oggi al Quirinale.

Va pure osservato che l’auspico di un Erasmus del servizio civile – evocato nel 2016 -si e’ poi tradotto, almeno come primo passo, nel Corpo europeo di solidarietà , viene opportunamente richiamato nell’odierno trattato, come la cornice entro cui inquadrare questo “servizio civile italofrancese”. La sfida ora sta nel far seguire alle parole anche i fatti e, in tale prospettiva, una quota delle risorse aggiuntive del PNRR – 600 milioni per il servizio civile – potrebbero essere indirizzate a tale scopo. Sara’ altresi importante, – come gia’ si scriveva nel 2016 – che tale originale esperienza sia accessibile proprio per i giovani meno favoriti e che diventi effettivamente uno strumento per promuovere e rafforzare tra le nuove generazioni sia la coscienza europea sia la inderogabile necessita’ di costruire non muri ma ponti.

*Presidente Terzjus

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