Cultura

Nel Mugello nasce il giornale completamente scritto dai migranti

Si chiama “La nostra voce” ed è un bimestrale che racconta le storie e i drammi dei profughi, nato nel centro di accoglienza allestito nell’ex istituto Sacro Cuore Suore Serve di Maria di Dicomano

di Francesco Crippa

“La nostra voce” è il titolo che i richiedenti asilo del centro di accoglienza allestito nell’ex istituto Sacro Cuore Suore Serve di Maria di Dicomano, nel Mugello, hanno scelto per il loro giornale, un bimestrale che racconta le storie e i drammi dei profughi, ma anche i loro sogni, le loro speranze, la loro cultura.


L’iniziativa, partita dagli operatori della cooperativa “il Cenacolo”, che gestisce il centro, è frutto di un diverso tipo di integrazione, diversa da quella classica. Il progetto prevede infatti il coinvolgimento dei richiedenti asilo in vari laboratori, come, ad esempio, quello di primo soccorso, di cucina, il gruppo di teatro ed appunto il giornale.

«L’idea di realizzarlo – spiega Davide Delle Cave, responsabile del progetto – è nata dall’esigenza di comunicare con l’esterno, non solo verbalmente, che i profughi ci avevano manifestato già da qualche tempo: si sono accorti di essere guardati con diffidenza dalle altre persone, senza poter esprimersi e farsi conoscere davvero a causa della propria lingua. Siamo così venuti incontro ai ragazzi, che subito hanno accettato l’opportunità di poter condividere con gli altri loro pensieri».

Il giornale, che avrà cadenza bimestrale e di cui sono usciti per ora solo due numeri di prova, è finanziato interamente dalla coop che gestisce il centro Sacro Cuore. «Non c’è nessuna vera e propria redazione: per la realizzazione vengono utilizzati infatti i pochi computer del centro».

I migranti ospiti del centro che hanno studiato o che comunque sanno scrivere sono molto pochi, per cui, oltre a raccontare le proprie storie e la propria cultura, tocca a loro farsi carico delle testimonianze degli altri richiedenti asilo, “intervistandoli” per poi pubblicare, con l’aiuto degli operatori, ciò che i meno istruiti ci vogliono comunicare. Ad esempio, nel numero di marzo scorso, due ragazzi originari del Mali raccontano di come la società maliana sia fortemente legata alle tradizioni. La loro testimonianza riguarda il matrimonio, nel quale è il padre dello sposo a scegliere la sposa ed a comprarla dalla famiglia di origine. Rifiutare questa condizione fa sì che tu venga escluso dalla società, poiché vieni allontanato dalla tua famiglia e spesso rifiutato anche dagli amici.

“La nostra voce” viene stampato in 200 copie circa che vengono distribuite gratuitamente nei bar, nei ristoranti e nei negozi di Dicomano e dell’area Mugello. «Il progetto del centro Sacro Cuore è un progetto pilota e l’idea è quella di estendere questa iniziativa a tutti gli altri centri gestiti dalla coop “il Cenacolo”, per creare una piccola ma vera ed efficiente redazione», ha concluso Delle Cave.

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