Finanza filantropica

Nel monastero di Sanboji l’azienda fa pratica Zen

Un nuovo spazio laico amplierà la capacità di accoglienza già presenti nella comunità buddista di Berceto (Parma). Manager, professionisti, start upper e famiglie potranno meditare, formarsi e organizzare eventi. Lo racconta a VITA Fabio Salviato che con fondazione Etisos cura la raccolta fondi del progetto Zen Village

di Nicola Varcasia

C’è un enorme bisogno di “ricentratura”. Professionisti, manager, giovani. Ma anche madri e padri che cercano un’esperienza di riscoperta di sé e del proprio posto nel mondo. Oppure che hanno semplicemente il desiderio di frequentare un contesto più rilassato e ordinato, per tornare alle attività quotidiane con più serenità. È da questa constatazione che è partito il progetto Zen Village – dove essere umani, presentato e sostenuto dalla fondazione Etisos e che si propone di estendere la capacità di accoglienza de Il Cerchio, la più grande comunità zen in Italia: cinque centri urbani e il monastero Sanboji, a Berceto, in provincia di Parma, da oltre 30 anni luogo di spiritualità e socialità.
Ne abbiamo parlato con il presidente di Etisos, Fabio Salviato, tra i fondatori di Banca Etica che, con questa nuova fondazione di partecipazione, si propone di individuare e finanziare, attraverso vari strumenti, progetti di sostenibilità sociale.

Salviato, partiamo dallo lo Zen Village, che cos’è?

È un’iniziativa che si inserisce nelle attività de Il Cerchio, un luogo che fonde la tradizione Zen con le esigenze della vita moderna. Già da anni il monastero collabora con istituzioni, aziende e associazioni, offrendo alle persone opportunità di rigenerazione.

Come sarà lo Zen Village

Per tutto l’anno ospita ritiri e corsi per privati e aziende, per dare l’opportunità di vivere esperienze di formazione e di collaborazione sostenibile.

Quali sono le attività principali?

Da trent’anni si attuano la pratica meditativa e percorsi didattici legati alla sviluppo della consapevolezza e della conoscenza del sè. Ma anche attività di team building, counseling individuale e collettivo e corsi di formazione.

Che cosa offrirà in più lo Zen Village?

La richiesta di partecipazione che è di circa quattro volte la capacità di accoglienza del monastero. Questo ha spinto la comunità ad immaginare una nuova struttura che consenta di ospitare un numero maggiore di persone e offrire più servizi. Anche con il chiaro obiettivo di rispondere alle richieste sempre più numerose delle aziende e dei manager. Già oggi importanti società mandano i propri top manager a Sanboji. Con lo Zen village si potranno organizzare eventi, seminari, convegni e anche opportunità di residenze più lunghe per chi lo desidera.

Qual è il ruolo di Etisos in questo progetto?

Noi curiamo la raccolta fondi attraverso una piattaforma di crowdfunding dedicata esclusivamente a progetti con un alto impatto sociale. E questo progetto rientra pienamente nel nostro campo d’azione. L’obiettivo è di raggiungere un milione e mezzo di euro necessario per realizzare e avviare lo Zen Village.


Quali sono le altre attività di Etisos?

Come fondazione di partecipazione, il nostro scopo è quello di utilizzare il dono per creare delle realtà che promuovono lo sviluppo e l’inclusione sociale.

In che senso?

Oltre alla piattaforma di crowdfunding, che è solo uno degli strumenti, il nostro grande obiettivo è di creare entro la fine dell’anno il primo fondo di venture philantropy, che basa la sua raccolta sulle donazioni delle aziende.

Qual è il vantaggio di questo strumento?

Con i fondi raccolti attraverso le donazioni, potremo dare risorse finanziarie a start up, imprese sociali e in generale attività con un impatto sociale rilevante che, per le loro caratteristiche, rimarrebbero fuori dai canali di finanziamento, sia bancari sia tra i fondi di private equity.

Perché voi dovreste finanziarle?

Perché è la nostra mission: Etisos significa etica e sostenibilità. Essere una fondazione di partecipazione significa poter supportare realtà innovative, con una vocazione sociale ma per le quali non è garantito necessariamente un ritorno finanziario da parte degli investitori. Grazie all’esperienza – non solo mia, ma di tutto il team – nel capo della finanza etica, queste realtà potranno contare su una capacità di reperimento e gestione di fondi che riteniamo oggi manchi sul mercato. Consideriamo la finanza filantropica una nuova frontiera in gran parte inesplorata in Italia per contribuire a far fronte ai bisogni sociali.

Tornando allo Zen Village, è un bisogno forte o è solo una moda?

La nostra società vive una crisi di senso. La domanda più ricorrente delle persone è quella di poter tornare a vivere il lavoro come attività piena di significato, di relazioni ed esperienze di valore. Con un nuovo equilibrio tra vita privata e lavorativa. Le aziende in tanti settori cercano di far fronte a questo problema. Per questo le attività e le pratiche di meditazione e di “ricentratura” proposte dal monastero zen stanno incontrando così tanta attenzione. Non parlerei di una moda, ma di un bisogno profondo.

Che altro si farà allo Zen Village?

Come fondazione riconosciamo un bisogno assoluto di centri di luce, anche come luoghi in cui riflettere sul futuro, sull’innovazione e le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Già oggi il Maestro tiene dei corsi su questi argomenti. Il Cerchio, di cui il Village farà parte, è un centro di orientamento non solo di carattere spirituale, ma anche di indirizzo e di completamento della persona.

Foto in apertura, gli interni del monastero di Sanboji, dall’ufficio stampa Etisos

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