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Nel Mediterraneo si continua a morire tra Mayday ignorati e salvataggi di barche a vela
Si è concluso con lo sbarco a Lampedusa il difficile intervento di soccorso delle due barche a vela Astral di Open Arms e Nadir di Resqship intervenute a 60 miglia dall'isola per soccorrere un barcone con 110 naufraghi a bordo che si è ribaltato. Sono 76 i morti nel naufragio avvenuto a largo di Sfax. L’hotspot di Lampedusa sovraffollato con oltre 700 persone da quattro giorni. In cerca di un porto sicuro l’Ocean Viking con 296 persone a bordo
Due naufragi in una notte. E se non fosse stato per l’intervento delle due imbarcazioni a vela delle Ong Open Arms e Resqship il numero dei morti sarebbe stato sicuramente superiore. Già due barche a vela, l’Astral e la Nadir. A queste imbarcazioni di 30 metri che non sono catalogabili giuridicamente come navi di soccorso è spettato il difficile compito di affiancare un barcone con 100-110 persone che si è rovesciato in mare.
Poche ore dopo che i 110 migranti venivano salvati aggrappandosi a zattere gonfiabili di salvataggio, un altro barcone si è ribaltato a largo di Sfax, in Tunisia in quella che è la vasta area di responsabilità Sar maltese: i dispersi secondo quanto comunicato dall’Organizzazione mondiale per le migrazioni sono stati 76.
“Dov’è l’Europa, parchè non abbiamo ricevuto supporto dalla Tunisia, da Malta e dall’Italia? Perché le autorità di questi stati non hanno risposto al nostro Mayday?”, dice Oscar Camps, il fondatore di Open Arms che su Twitter ha pubblicato le foto del momento drammatico in cui si è ribaltato il barcone con i 110 naufraghi indossavano già il salvagente.
“Purtroppo si continua a morire nel Mediterraneo, sono oltre 660 i morti dall’inizio dell’anno. Con la stagione estiva e la grave instabilità che continua a esserci in Libia bisogna muoversi adesso per rafforzare il numero delle navi da soccorso in mare altrimenti nelle prossime settimane ci saranno altri naufragi. Le barche utilizzate per la traversata sono sempre più fatiscenti e quando ci sono chiamate di Sos non si può aspettare, bisogna individuare l’imbarcazione in pericolo e intervenire nell’immediato. Questa lentezza nel coordinamento dei soccorsi è inaccettabile”, spiega a Vita.it Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim.
Nel Mediterraneo naviga anche l’Ocean Viking in cerca di un porto sicuro con a bordo 296 persone, mentre continuano gli sbarchi autonomi a Lampedusa dove dal 15 maggio sono arrivate 1631 persone secondo il monitoraggio di Mediterranean Hope. Sono invece oltre 700 i migranti all’interno dell’hotspot di contrada Imbriacola nuovamente davanti a una capienza di massimo 200 persone. “Quando si creano queste condizioni di sovraffollamento viene a mancare sicuramente l’aspetto sanitario”, dice Totò Martello, il sindaco di Lampedusa a Vita.it
Sono invece quasi mille i migranti che dal 15 maggio sono stati riportati in Libia dalla guardia costiera libica. Sulle spiagge libiche a Mellitah sono stati recuperati quattro corpi di migranti di un altro naufragio che nel buco nero del Mediterraneo centrale non è stato possibile documentare.
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