Famiglia

Nel Jobs act un odg per ragazzi fuori famiglia

Le associazioni e alcuni senatori presentano oggi Ordine del Giorno al Jobs act che può contribuire a cambiare la vita di migliaia di ragazzi che vivono fuori dalla famiglia d’origine, impegnando il Governo a reperire le risorse necessarie per attuare un piano strategico finalizzato all’inclusione lavorativa di questi giovani.

di Redazione

Oggi è prevista la discussione del Jobs Act, riforma del lavoro, nell’Aula di Palazzo Madama a Roma e, in quello stesso contesto, sarà anche presentato e votato un Ordine del Giorno che può contribuire a cambiare la vita di migliaia di ragazzi che vivono fuori dalla famiglia d’origine, impegnando il Governo a reperire le risorse necessarie per attuare un piano strategico finalizzato all’inclusione lavorativa di questi giovani.

I dati ufficiali parlano di 29.388 bambini e ragazzi fuori dalla famiglia d’origine. Nel 37% dei casi l’allontanamento è stabilito per inadeguatezza genitoriale, ossia per incapacità gravi di rispondere ai bisogni dei figli. Nel 12% per maltrattamenti e incuria più abuso sessuale o violenza. Nel 9% per problemi di dipendenza da sostanze di uno o entrambi i genitori.

L’Ordine del Giorno mira ad evitare che migliaia di ragazzi tra quelli in uscita o usciti dai percorsi di accoglienza in comunità e/o affido (si stimano in circa 3000 ogni anno) permangano in condizioni di svantaggio sociale e si trovino nuovamente in una situazione di “abbandono”. Il tasso di disoccupazione fra le giovani generazioni è molto alto e i giovani in età lavorativa cresciuti al di fuori della famiglia o senza la stessa, sono particolarmente penalizzati. Una situazione certamente peggiorata dalla crisi economica.

Con l’approvazione di questo OdG, si potrà evitare che questi giovani vengano discriminati sul piano delle opportunità di accesso al mercato del lavoro, perché troppo spesso non hanno la possibilità, al compimento del 18esimo anno di età di finalizzare il percorso di superamento delle ripetute esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia.

Non prevedere interventi ad hoc per questi giovani – e quindi non votare l’Odg – significa anche non dare seguito ad un rilevante investimento che lo Stato e gli Enti Locali hanno di fatto già erogato e che abbiamo stimato in 250.000 euro per bambino/ragazzo inserito in un percorso di tutela fuori dalla propria famiglia d’origine.

L’Odg, stato presentato dalle Senatrici Silvana Amati e Daniela Valentini e promosso da alcune Onlus occupate nella difesa e promozione dei diritti di bambini e ragazzi che vivono fuori dalla famiglia d’origine. Tra le altre, oltre ad Agevolando, anche Terra dei Piccoli Onlus, da anni impegnata in azioni di sensibilizzazione politica attorno a queste tematiche, chiede al governo di impegnarsi a trovare le risorse necessarie per l'erogazione di contributi per gli enti che svolgano attività rivolte al sostegno e all'integrazione lavorativa di questi giovani". Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati. "E' necessario trovare le risorse per un finanziamento anche considerando le opportunità rese disponibili dalla programmazione del Fondo sociale europeo 2014-2020" – continua – e a valutare l'opportunità di prevedere incentivi ai datori di lavoro per favorirne l'inserimento nel mercato del lavoro. Bisogna impegnarsi perché finalmente si interrompa il circolo vizioso che riproduce lo svantaggio attraverso le generazioni".

Il nostro auspicio è che i senatori esprimano voto favorevole a questo Odg – spiega il presidente di Agevolando, Federico Zullo – e che il governo possa davvero (e finalmente) impegnarsi in modo concreto sul tema dei ragazzi fuori famiglia e intervenga efficacemente sulle cause di svantaggio ed emarginazione, garantendo un piano strategico per la loro reale inclusione sociale e lavorativa. Non è possibile che i giovani più vulnerabili, quelli che non tornano a casa dai loro genitori la sera, debbano essere considerati nelle stesse condizioni dei coetanei che vivono in famiglia: è così difficile rendersi conto di questa evidentissima differenza?”.

 

 


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