Welfare
Nel Cuore Visconteo la tessitura delle reti solidale è in corso
Avviato nel marzo scorso l’iniziativa promossa da Fondazione di Comunità Milano sta coinvolgendo enti pubblici e realtà non profit del territorio a sud ovest della città metropolitana di Milano. Obiettivo contrastare le nuove povertà materiali, educative e relazionali. Ivano Abbruzzi, presidente di Progetto Mirasole, ente capofila, illustra le prime azioni messe in campo o potenziate come il Social Market di Progetto Arca a Rozzano
Lavorare sulle reti territoriali, potenziarle e incentivarle per meglio rispondere alle nuove e nuovissime povertà nate con la pandemia. Questo uno degli obiettivi del progetto “Cuore Visconteo, reti solidali contro la povertà” lanciato a marzo di quest’anno e promosso da Fondazione di Comunità Milano (ne avevamo parlato qui) e che ha un orizzonte temporale di tre anni. In questi primi mesi di attività non solo si sono gettate le basi per coordinare i tanti partner di progetto enti pubblici, privati e non profit, ma si è cominciato a operare in rete per iniziare a rispondere all’emergenza delle nuove povertà.
«Il progetto si sta strutturando con la sua rete e in questi primi mesi abbiamo raggiunto un accordo formale con i comuni per la presa in carico e la gestione congiunta a partire dalle équipe socio educative con le quattro cooperative sociali che gestiscono i sette spazi di comunità presenti sul territorio», racconta Ivano Abbruzzi, presidente di Progetto Mirasole, impresa sociale ed ente capofila. Per esempio, in tre Comuni (Locate, Pieve e Opera) dove i Centri di comunità erano stati chiusi per Covid, sono stati riattivati e si è dato il via a una serie di iniziative con le équipe e i diversi attori così da individuare i beneficiari.
«Le interazioni sul territorio aiutano a trovare la povertà sommersa e quella nuovissima creata dal Covid. Parliamo di persone che non per forza sono già in capo ai servizi sociali» precisa Abbruzzi (nella foto). Gli spazi di comunità sono luoghi presenti sul territorio dove si organizzano incontri serali, merende per bambini e iniziative per la fascia 0 – 3 anni, «solo nell’ultimo mese e mezzo si sono svolte sei iniziative che hanno coinvolto un primo gruppo di persone».
«È tempo di affrontare in rete le grandi questioni come la povertà e lo sviluppo sociale del nostro Paese» osserva Filippo Petrolati, direttore della Fondazione di Comunità di Milano, promotrice del progetto e del partenariato che lo realizzerà nei prossimi 3 anni. «Con questo progetto abbiamo voluto partire dal territorio, mettere in rete attori sociali e istituzionali, grandi organizzazioni con forti competenze e professionalità, che sappiano collaborare in modo nuovo facendo squadra contro la povertà.Tre solo le grandi sfide di Cuore Visconteo: partire dalle risorse delle persone in povertà per progettare il cambiamento, fornire un’ampia gamma di aiuti materiali, costruire una infrastruttura sociale più forte per le sfide di oggi e di domani».
«Stiamo creando un modello di welfare che vede in prima fila il privato sociale in un ambito territoriale» aggiunge Abbruzzi che sottolinea come con la formalizzazione delle procedure e agli accordi di convenzione si favorisce la presa in carico congiunta delle persone realizzando progetti attorno ad esse e alle famiglie. «Il concetto è quello non solo di fornire aiuti, ma con le persone che frequentano le diverse attività si vuole dare loro una prospettiva per aiutarle a migliorare, progettando un futuro per il lavoro, l’educazione… spesso ci si trova davanti individui che hanno perso speranza», commenta Abbruzzi.
Cinque i filoni d’intervento: le emergenze alimentari, sanitarie e abitative; l’occupazione favorendo percorsi di orientamento, formazione e inserimento lavorativo; supporto alle famiglie più vulnerabili; contrasto alla povertà educativa a partire dalla fascia 0-3 anni fino agli adolescenti e, infine, la costruzione di coesione sociale.
Sull’emergenza alimentare si interverrà attraverso l’hub di Opera e attraverso una convenzione con la Cri e Banco Alimentare della Lombardia le derrate alimentari saranno poi distribuite nei sette centri di comunità, da un lato e dall’altro con il potenziamento del Social Market di Rozzano gestito da Progetto Arca che è parte del progetto. «Al momento stiamo assistendo 284 nuclei familiari, un aumento del 20% rispetto al periodo precedente e stanno aumentando» fa sapere Alberto Sinigallia (nella foto), presidente di Fondazione Progetto Arca. «Quando aprimmo il Social Market abbiamo scelto Rozzano perché è il più grosso quartiere popolare d’Europa: il 50% delle abitazioni sono case Aler e vi abita il 40% della popolazione» continua Sinigallia che non nasconde che nei mesi più duri della pandemia le famiglie che si erano rivolte al social market erano aumentate di 200 unità.
Sinigallia sottolinea come le famiglie in gravi difficoltà che si rivolgono al Social Market non abbiano solo bisogno dei prodotti (dagli alimentari al prodotti per l’igiene e a quelli per la prima infanzia) ma grazie alla presenza dei volontari (20 quelli che turnano) «con loro si fa un lavoro globale anche sull’housing grazie all’Abbazia Mirasole dove ci sono 7 appartamenti per fare reinserimento abitativo, ma il vero lavoro che facciamo va dal cibo alla formazione professionale. E in questo mettere in rete le tante possibilità di risposta l’idea della rete che sta alla base di Cuore Visconteo è davvero geniale». Per il presidente di Fondazione Progetto Arca infatti «il cibo è il punto di partenza, il momento di aggancio con le persone con le quali poi fare un percorso. Noi come tutti gli altri partner del progetto siamo come delle stampelle che servono per poter fare la riabilitazione, ma l’obiettivo resta accompagnare le persone all’autonomia. E il bello di questa rete territoriale è che si deve autoalimentare».
Guardando alle altre emergenze come quella sanitaria Abbruzzi sottolinea come il progetto veda la collaborazione della Cri di Opera sud Milano, di Banco Farmaceutico e di una convenzione con Ats Milano «con quattro infermieri di Comunità che saranno presenti nei centri si vuole aiutare le persone a prendere consapevolezza della propria salute, sulla necessità di curarsi. La figura degli infermieri di Comunità è importante perché riesce a seguire il singolo», illustra Abbruzzi ricordando anche come il progetto di rete preveda anche un accordo di solidarietà per trovare sul territorio risorse pubbliche e private per offrire la parte diagnostica e di esami a titolo gratuito o a costi contenuti. Sulla parte housing ed emergenza abitativa è stato realizzato un protocollo di lavoro con il centri di ascolto Caritas. «Stanno emergendo tante situazioni e nei primi due mesi di attività sono già stati distribuiti 15mila euro di aiuti tra Pieve Emanuele e Rozzano per le piccole spese che le persone tendono a lasciare indietro».
Sul fronte occupazione si sta lavorando a un primo percorso di orientamento lavoro con Fondazione Adecco «a settembre partirà una prima classe di 15/20 persone che saranno formate con buone prospettive di inserimento in settori specifici», spiega Abbruzzi. Che conclude ricordando quello che è uno dei focus del progetto: far crescere la rete sociale del territorio. In questo il partner è il Csv di Milano «si sono fatti già i primi incontri con gli enti di Terzo settore di Rozzano su come interagire nel territorio, il percorso sarà allargato a settembre e poi si partirà anche negli altri comuni» illustra. «L’obiettivo è quello di rafforzare il welfare locale, formare e qualificare il Terzo settore della zona perché la rete sia davvero forte».
I partner del progetto dedicati ai diversi progetti sono: Fondazione Progetto Arca, Banco Alimentare, Croce Rossa Italiana, Caritas Ambrosiana, Arti & Mestieri sociali – libera compagnia cooperativa sociale, Acli milanesi, Banco Farmaceutico, Csv Milano, Soleterre, Fondazione Adecco per le pari opportunità, Spazio Aperto Servizi, Marta cooperativa sociale, Pratica cooperativa sociale. Tra i primi sostenitori: Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara, Unione Buddhista italiana, Fondo Manfredo Manfredi
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