Orizzonti ribelli

Nel cuore del Chiapas per raccontare la lotta delle comunità zapatiste

Una campagna di crowdfunding per sostenere la produzione di un film documentario girato in Messico a stretto contatto con la quotidianità di una famiglia zapatista. Il regista Maurizio Fantoni Minnella: «Popoli fieri che in un mondo che corre verso l'omologazione ci ricordano che l'identità è un valore prezioso»

di Daria Capitani

Nel cuore del Chiapas, Messico meridionale, al confine con il Guatemala. È qui, tra le comunità zapatiste che hanno dato vita a forme di autogoverno basate sulla rivendicazione di diritti come la terra, un’educazione rispettosa delle tradizioni e l’accesso a cure sanitarie, che l’associazione culturale Free Zone si propone di girare un documentario in grado di raccontare un angolo di mondo lontano dai riflettori. Una campagna di crowdfunding per una produzione dal basso, che punti alla partecipazione degli spettatori a un progetto che, raccontando la vita quotidiana di un popolo, aiuti a riflettere sulla diversità culturale.

Orizzonti ribelli

“Orizzonti Ribelli”, questo il titolo del film, porta la firma del regista e scrittore Maurizio Fantoni Minnella. «Il cinema del reale», sottolinea, «è un linguaggio privilegiato per riportare alla luce storie come quella delle comunità zapatiste, di forte radice maya: popoli fieri e indipendenti, che hanno scelto di combattere contro le ingiustizie del capitalismo selvaggio e la globalizzazione, difendendo la loro Terra Madre, la loro cultura e il loro ambiente. Ci vuole un taglio documentaristico che non perda lo sguardo poetico per restituire questa vicenda».

Nelle settimane in cui il Messico è al centro delle cronache internazionali, con il presidente statunitense Donald Trump che ha introdotto misure molto restrittive sull’immigrazione, il progetto dell’associazione Free Zone offre uno sguardo su una vicenda che è rimasta spesso ai margini. «Il 1° gennaio 1994, con l’entrata in vigore del Trattato di libero scambio tra Messico, Usa e Canada, migliaia di indigeni maya scesero dalle montagne e occuparono le città principali del Chiapas», ricostruiscono i promotori del film. «Fu la prima rivolta dopo quasi 500 anni di oppressione, iniziata con l’invasione spagnola del 1523. Gli zapatisti, ispirati da Emiliano Zapata, hanno creato regioni autonome in cui si autogovernano. La regione è segnata da una guerra continua, con la resistenza indigena guidata dall’esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln)».

A 31 anni dall’insurrezione, aggiungono i curatori del progetto, «l’Ezln resta un movimento anticapitalista, anti-neoliberista e autonomista, che si oppone alla mercificazione e alle disuguaglianze del sistema globale. La loro lotta rappresenta un modello alternativo che combina resistenza indigena, sostenibilità e giustizia sociale. Le loro comunità autonome si basano su autogoverno, giustizia comunitaria, educazione decolonizzata e un’economia collettiva radicata nella sostenibilità».

«Un esempio concreto di resistenza»

Fantoni Minnella è autore di numerosi documentari e saggi dedicati a tematiche sociali e culturali, si divide tra Genova (di cui è ambasciatore nel mondo «per l’intenso lavoro di promozione culturale attraverso i suoi libri e i suoi documentari») e Varese. Studioso di letteratura latinoamericana, ha scritto a quattro mani con Don Andrea Gallo Io non mi arrendo. Un’autobiografia in parole e immagini. Come regista indipendente, ha al suo attivo 28 film documentari e quattro cortometraggi, alcuni dei quali girati in Egitto, Senegal, Algeria, Palestina, Israele, Striscia di Gaza, Kurdistan e Georgia. Ha nel cuore le periferie, da Gaza a cielo aperto (realizzato nel 2011, sul problema dello smaltimento dei rifiuti) a I libri salvati (l’incredibile storia di un un monaco benedettino che in Valle Maira ai piedi del Monviso ha raccolto e conservato nelle cantine della canonica una biblioteca di 59mila volumi).

In un mondo che corre verso l’omologazione, gli zapatisti ci ricordano che l’identità è un valore prezioso e che la vera ricchezza non sta nello sfruttamento ma nella cooperazione

Maurizio Fantoni Minnella, regista e scrittore

Perché le comunità zapatiste? «Rappresentano un esempio concreto di resistenza culturale, politica e ambientale», afferma il regista. «Parlano la loro lingua, difendono la loro identità e combattono ogni giorno per un altro mondo possibile, senza cedere alle lusinghe e alle minacce del sistema dominante. Raccontare le loro vite significa esaltare valori universali che dovrebbero unire tutti gli abitanti del pianeta: giustizia, dignità, difesa dell’ambiente, solidarietà». Il documentario, della durata di 90 minuti, seguirà da vicino «una famiglia residente nei caracoles, le giunte di buon governo create nel 2003 per sostituire la precedente forma di organizzazione, gli aguascalientes, dopo un periodo di ampia discussione sulla necessità di cambiare il rapporto tra le comunità». Attraverso la loro quotidianità, anticipa Fantoni Minnella, «il film esplorerà le radici di questa resistenza pacifica, fatta di lavoro, studio, cooperazione e accoglienza. Le comunità zapatiste, infatti, non soltanto lottano per i propri diritti, ma offrono aiuto ai migranti centroamericani che attraversano il Chiapas in cerca di un futuro migliore, sfidando pericoli enormi lungo il percorso».

Il teaser trailer ufficiale di Orizzonti Ribelli.

L’intento è quello di seguire le giornate di un nucleo familiare: «Le storie personali si intrecceranno con temi collettivi come la produzione locale sostenibile di prodotti come caffè, mais e miele». I fondi raccolti grazie alla campagna di crowdfunding (per aderire clicca qui) copriranno i costi di produzione, dalle riprese sul campo nel Chiapas alla post-produzione. Con location iconiche come la foresta Lacandona, San Cristobal de las Casas, il documentario vuole anche restituire la bellezza di una terra incontaminata.

Il messaggio

Il progetto non si limita a documentare una realtà locale, ma vuole lanciare un messaggio universale. Orizzonti Ribelli, nelle intenzioni del suo autore, «è una denuncia contro un sistema economico che distrugge comunità e risorse, ma anche un inno alla speranza, al coraggio e alla solidarietà. In un mondo che corre verso l’omologazione, gli zapatisti ci ricordano che l’identità è un valore prezioso e che la vera ricchezza non sta nello sfruttamento ma nella cooperazione, nell’autonomia e nel rispetto delle differenze».

Il regista Maurizio Fantoni Minnella.

Un progetto corale

Accanto al regista, il team di lavoro è composto da Loris Bacchetta (educatore, ha lavorato in diversi centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati e nell’ambito della cooperazione internazionale), Miriam Antognazza (educatrice e organizzatrice dell’associazione culturale FreeZone) e Veronica Rios, consulente creativa e project manager. Protagonisti saranno alcuni esponenti di Elcor, Las Abejas de Acteal e altre realtà civili del Chiapas.

La tabella di marcia prevede un periodo di lavoro sul campo, preceduto da un anno di ricerca e pre-produzione (studio delle comunità, selezione delle location e preparazione del team tecnico). Parallelamente, sarà attiva la campagna di raccolta fondi per coprire i costi di viaggio, le attrezzature, la post-produzione e la promozione. La realizzazione del documentario è sostenuta da: Banca Etica, Cgil internazionale, Slow Food, Arci, AltroMercato e Legacoop internazionale. Il film uscirà nelle sale tra l’autunno 2025 e la primavera 2026.

Le immagini sono di Loris Bacchetta

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