Welfare

Nel carcere di Viterbo allarme acqua all’arsenico

Il garante dei detenuti del Lazio chiede interventi e un nuovo direttore della struttura

di Redazione

La situazione del carcere di Viterbo il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni l’aveva già denunciata a giugno 2011. Una struttura sovraffollata con quasi trecento detenuti in più della sua capienza, pochi agenti di polizia penitenziaria, senza risorse e soprattutto senza un direttore. E che ora ha un problema in più: l’acqua ad alto contenuto d’arsenico. Un’ultima tegola che ha portato l’amministrazione comunale a installare dei distributori d’acqua depurata in tutta Viterbo. «Purtroppo – spiega il garante – i detenuti del Mammagialla non hanno questa opportunita’ e sono costretti o a bere l’acqua che esce dai rubinetti o a pagare di tasca propria bottiglie di acqua minerale per bere e cucinare. Un sacrificio troppo grande per detenuti che, troppo spesso, non hanno i soldi neanche per i francobolli»

Una situazione, quella del carcere di Viterbo che non è cambiata neppure dopo la denuncia estiva del garante. “Nonostante il mio intervento pubblico – ha sottolineato Marroni – e l’interessamento sempre piu’ pressante delle istituzioni locali, nulla e’ accaduto anzi, la situazione sembra peggiorare sempre di piu'”.

«Il carcere di Viterbo deve affrontare tali emergenze senza un responsabile – chiede Marrone – Da mesi la struttura e’ priva di un direttore ed e’ retta da un responsabile a mezzo servizio, il dirigente del carcere di Civitavecchia. E, secondo le ultime notizie, sembra che il nuovo direttore non arrivera’ prima dell’anno prossimo».

 

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